HIV, dagli USA uno studio sulla riattivazione delle cellule immunitarie
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HIV, dagli USA uno studio sulla riattivazione delle cellule immunitarie
Fonte: The Journal of Clinical Investigation
Titolo originale e autori: Kardava L et al. Attenuation of HIV-associated human B cell exhaustion by siRNA downregulation of inhibitory
receptors.-J Clin Invest. 2011 Jun 1. pii: 45685. doi: 10.1172/JCI45685.
Anthony S. Fauci direttore del laboratorio di Immunoregolazione del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) negli Stati
Uniti e suoi collaboratori, ha scoperto un metodo per riattivare alcune specifiche cellule del sistema immunitario che si bloccano quando
sono esposte cronicamente all'infezione da HIV.
L'attivazione cronica del sistema immunitario negli individui affetti da HIV ma non trattati farmacologicamente, porta all'accumulo di
cellule immunitarie di tipo tissutale B della memoria, "esaurite", che non sono cioè più in grado di svolgere la loro funzione. Le cellule di
tipo B presentano sulla loro superficie alcune proteine recettoriali che ne permettono la regolazione dell'attività: il sistema immunitario
può attivare o inibire l'attività delle cellule B proprio agendo su queste proteine. Gli autori dello studio hanno osservato che le cellule B
di soggetti affetti da HIV da lungo tempo ma non trattati farmacologicamente con terapia antiretrovirale, presentano un eccesso di recettori
inibitori: le cellule invece di continuare a produrre anticorpi contro il virus, smettono di lavorare, comportandosi come cellule che hanno
esaurito la loro funzione, contribuiendo alla inefficacia della risposta specifica per l'HIV.
I ricercatori hanno così pensato di intervenire a livello genetico utilizzando delle piccole porzioni di RNA (small interfering RNAs,
siRNAs), che fossero in grado di normalizzare il numero di recettori inibitori. Questa tecnica in passato si era gia' rivelata come potente
strumento per studiare le funzioni di particolari geni e costituisce un potenziale per l'uso nella terapia genica.
Nonostante alcuni limiti dello studio, i ricercatori hanno osservato che le cellule B trattate con siRNA, in presenza di virus dell'HIV
davano nuovamente una risposta immunitaria. Questi recettori inibitori sembrerebbero dunque essere associati alla mancata risposta
immunitaria delle cellule B e di conseguenza, contribuire alla persistenza dell'infezione da HIV. Gli autori ritengono che lo sviluppo di
strategie indirizzate verso il ripristino delle normali funzioni dei recettori inibitori potrebbe costituire un approccio terapeutico in
grado di migliorare la risposta immunitaria contro il virus dell'HIV.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)