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HIV: le combinazioni di anticorpi rendono le terapie anti-retrovirali più efficaci

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HIV: le combinazioni di anticorpi rendono le terapie anti-retrovirali più efficaci

Il trattamento dell'infezione da HIV è risultato inefficace fino a quando i farmaci anti-retrovirali non sono stati somministrati in combinazione, consentendo la soppressione sostenuta della viremia. Oltre che neutralizzare una vasta gamma di virus isolati in vitro, gli anticorpi umani dell'HIV possono proteggere i primati non umani dall'infezione. Alcune ricerche hanno mostrato che gli anticorpi esercitano una pressione selettiva sul virus sebbene sia emerso che nel breve periodo alcune varianti sono sfuggite.


Tali esperimenti, tuttavia, sono stati effettuati prima  della recente scoperta di anticorpi dell'HIV più potenti e del loro potenziamento attraverso il design della loro struttura di base. In seguito a tale scoperta, un team statunitense ha riesaminato il trasferimento degli anticorpi passivi come modalità terapeutica in topi umanizzati infettati con il virus dell'HIV. Sebbene l'HIV possa sfuggire agli anticorpi in una monoterapia, l’uso di combinazioni di anticorpi neutralizzanti ad ampio spettro contro l’HIV-1 può efficacemente controllare l'infezione e sopprimere la carica virale a livelli inferiori a quelli di rilevamento. Inoltre, in contrasto con la terapia antiretrovirale, l’emivita più lunga degli anticorpi ha portato al controllo della viremia per un periodo di 60 giorni dopo l'interruzione della terapia.


I ricercatori concludono constatando dunque che le combinazioni di potenti anticorpi monoclonali può efficacemente controllare la replicazione dell'HIV in topi umanizzati e dovrebbe essere riesaminato come modalità terapeutica negli individui affetti da HIV.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)