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Homo Internecticus: quando Intenet diventa una droga

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HOMO INTERNETICUS. QUANDO INTERNET DIVENTA UNA DROGA
Continua la nostra navigazione tra i pro e i contro di Internet...
Dopo aver discusso - negli anni e nei mesi scorsi - del colosso Google, di rivoluzione Internet, della responsabilità legale della scrittura

in rete, del tema scottante della pedofilia on line, degli aspetti positivi e negativi di Facebook, vorrei concentrare la mia e la vostra

attenzione su altre problematiche connesse alle nostre vite "sempre più on line", cogliendo gli stimoli forniti da due libri molto

interessanti.
Il primo, è un libro pubblicato da Einaudi e intitolato "Quando internet diventa una droga. Ciò che i genitori devono sapere" di Federico

Tonioni (ricercatore universitario per il settore scientifico-disciplinare di psichiatria che afferisce all'Istituto di Psichiatria e

Psicologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e in qualità di dirigente medico presso il Day Hospital di Psichiatria e

Tossicodipendenze del Policlinico Gemelli). Si tratta di un testo che si pone come obiettivo principale quello di fornire risposte sul tema

della "dipendenza da Internet" (vera e propria patologia).
Per darvi un'idea più precisa sui contenuti del libro, vi riporto la scheda:
Federico Tonioni in questo volume spiega e svela con estrema chiarezza le patologie che, soprattutto nel mondo degli adolescenti, sono legate alla straordinaria diffusione di internet. Il libro è cosí uno strumento prezioso per aiutare i genitori che, appartenendo a generazioni «pre-digitali», spesso non sono abituati all'uso del computer e alla navigazione in rete, e si scoprono impreparati alla comprensione dei disturbi che internet può arrecare ai loro figli. Allo stesso modo viene trattata la dimensione on-line del gioco d'azzardo e dei siti per adulti, patologie compulsive che coinvolgono persone di ogni età. Quando internet diventa una droga rappresenta cosí una guida chiara ed efficace sui rischi della dipendenza da internet.
Scrive l'autore: «Mi occupo di dipendenze patologiche da diversi anni e nel corso del mio lavoro ho avuto modo di ascoltare e condividere

storie sofferte, rivelazioni sconcertanti, idee deliranti; ma qualche ringraziamento autentico e spontaneo ha reso improvvisamente leggero il

peso delle responsabilità che sono chiamato a sostenere. Ho imparato che chi manifesta una dipendenza patologica non vuole soffrire per forza ma vuole soffrire di meno, e che la droga per il tossicodipendente, come la cioccolata per la bulimica o il video poker per il giocatore d'azzardo, non sono desideri ma bisogni, che a volte travalicano la forza di volontà e la logica del pensiero».
Il secondo, è un libro pubblicato da Piano B edizioni e intitolato "Homo Interneticus. Restare umani nell'era dell'ossessione" di Lee Siegel

(saggista e critico culturale per il "New York Times", "Harpers", "The New Republic" e "New Yorker). Si tratta di un volume uscito negli

States all'incirca tre anni fa, dove l'autore (forse "condizionato" anche da ragioni personali, come vedremo) assume una posizione molto

critica - quasi "ostile" - nei confronti della rete e dei suoi effetti.
La versione italiana è tradotta da Alessandra Goti e contiene una lunga e succosa prefazione firmata da Luca De Biase.
Riporto, di seguito, la scheda:
Incalzante, lucido, provocatorio, Homo Interneticus prova a mettere in discussione il mezzo tecnologico più esaltato e venduto degli ultimi

dieci anni: Internet. La retorica di democrazia e libertà che circonda la Rete viene sfidata nelle sue questioni fondamentali: che tipo di

interessi nasconde la Rete? Come e quanto sta influenzando la cultura e la vita sociale? Come stiamo imparando a relazionarci agli altri on

line? Qual è il costo psicologico, emotivo e sociale della nostra affollata solitudine high-tech?
Homo Interneticus non è un manifesto contro Internet, ma un'analisi tagliente su come la quotidianità della Rete ha cambiato il ritmo delle

nostre vite e il modo in cui percepiamo noi stessi e gli altri. Per Siegel, il lato oscuro della Rete sta rivoluzionando radicalmente la

nostra società: il dissolvimento del confine fra pubblico e privato, la trasformazione da cittadino a utente e da utente a prosumer, la

mercificazione di privacy e tempo libero, la libertà di consumare confusa con la libertà di scegliere, la riduzione della propria vita a bene

da esporre, promuovere, impacchettare e vendere.
Prosumerismo, blogofascismo, il passaggio da cultura popolare a cultura della popolarità, la riduzione della conoscenza a informazione e

dell'informazione a chiacchiera, l'autoespressione confusa con l'arte. I molti temi toccati dalle duecento pagine di Homo Interneticus

riescono a porre questioni, temi e domande che attendono ancora di essere discusse. Al di là dell'entusiasmo incondizionato che circonda

apriori tutto ciò che è Internet e web 2.0, Siegel prova a centrare l'attenzione sui reali interessi che circondano l'enorme massa di nuovi

clienti da informare, consigliare e a cui vendere oggetti o stili di vita. Ricco di punti di vista originali e pieni di genio, Homo

Interneticus ci obbliga a riflettere sulla nostra cultura e sull'influenza del web in un modo completamente nuovo.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)