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I dati sui reati richiedono una stretta di vite

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I dati sui reati richiedono una stretta di vite

I dati pubblicati  dal Sole 24 ore riferiti ai reati nella nostra provincia, non devono favorire la facile e non meno  pericolosa enfasi  sulla questione della sicurezza, tuttavia sarebbe oltremodo sbagliato dare una lettura  superficiale e rassicurante di questi fenomeni  che hanno raggiunto livelli importanti. Trovarsi nella graduatoria subito dopo alcune grandi  città  e per di più con un numero così elevato di reati rispetto agli anni precedenti, richiede una serie di risposte urgenti e indifferibili. Il bisogno di sicurezza è fortemente avvertito dalla cittadinanza e l’attenzione è rivolta soprattutto verso quei frequenti fenomeni di illegalità ormai sotto gli occhi di tutti:   rapine, furti, estorsioni, truffe,traffico di stupefacenti, abusivismo,  prostituzione etc., sono solo alcuni filoni di reati particolarmente acuiti negli ultimi tempi. Il fenomeno dell’immigrazione rispetto al quale siamo sempre stati mossi da sentimenti di solidarietà con un forte stimolo  verso l’integrazione ha raggiunto livelli ormai incontrollati,  aggravati negli ultimi anni dalla presenza di clandestini e persone solo disposte a delinquere, fatta eccezione di quei  cittadini stranieri che lavorano e rappresentano una vera risorsa per il territorio. La situazione, oltretutto, è ulteriormente aggravata  anche da una  crisi economica  che ha reso più difficile la vita degli stessi italiani e richiede, quindi,   strategie e strumenti adeguati, ma in larga parte oggettivamente indisponibili. Il forte trend di crescita delle attività criminali, in parte di competenza dello Stato per quanto attiene l’ordine pubblico, viaggia di pari passo con la sicurezza di stretta  competenza  degli enti locali  i quali in larga misura  non sono in grado di tenere sotto controllo il territorio. Ancora troppi, infatti, gli edifici degradati e abbandonati, le strade e zone pubbliche scarsamente illuminate e prive di controlli;  molti sono i “vuoti” nella città che portano all’insicurezza collettiva. Cui si aggiunge, inoltre, un’escalation generalizzata  di pericolosi eccessi in qualche misura paralleli e integrati, quali, ad  esempio,  il bullismo, il fenomeno diffuso dell’alcolismo, dello spaccio e della prostituzione rispetto ai quali, invece,  si dovrebbero contrapporre con vigore interventi di prevenzione  e iniziative sociali di contrasto della povertà e di riaffermazione della cultura civica.
          Nel pieno centro della città, sempre a titolo di esempio,  continuano imperterrite decine e decine di giovani costrette a concedersi per denaro con schiere di protettori e di spacciatori che “esercitano” imperturbabili; lungo il litorale  resiste la piaga crescente dell’abusivismo compromettendo   seriamente la legalità e il rispetto delle regole; le abitazioni  sono sistematicamente soggette a furti e  le vie del centro sono poco frequentate dai cittadini poiché prevale in loro la cultura della diffidenza, dell’angustia e dell’ insicurezza. Serve, dunque, un modello di governo della sicurezza in grado impuntare sulla prevenzione senza rinunciare a esercitare ogni ferma azione nei confronti delle criminalità e di tutti quei fenomeni che compromettono luna serena vivibilità.                                        
     

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)