338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

I figli degli alcolisti: un problema in cerca di ascolto (parte seconda)

cufrad news alcologia alcol alcolismo prevenzione

L'alcol come problema famigliare

Un ulteriore elemento evidenziato da alcuni studi è l'impatto dei problemi alcolcorrelati in funzione della differenza di genere. Ritter et al. (2002) hanno trovato che l'esposizione all'abuso di alcol familiare è correlata ad una più bassa autostima nelle adolescenti, ma non nei ragazzi; Yu and Perrine (1997) hanno evidenziato che la trasmissione di problemi di alcol sembra essere specifica per genere (le madri influiscono sulle figlie e i padri sui figli), mentre Linskey (1994) non ha rilevato alcuna differenza di genere. Un recente studio di Kearns-Bodkin e Leonard (2008) porta evidenze sul fatto che aver avuto uno dei genitori alcolisti possa avere un effetto su una relazione di coppia soddisfacente, ed in particolare sembra avere un'influenza maggiormente negativa il genitore di sesso opposto.
La maggior parte delle ricerche in questo settore si sono focalizzate sui figli di padri alcolisti piuttosto che sulle madri, Timko et al (2000) indicano che focalizzandosi sul padre può essere sottostimato il rischio per la salute per i figli di madri alcoliste, poiché il bere della madre può rivelarsi più dannoso per la salute sia fisica che emotiva del figlio. Gli effetti dell'esposizione dell'alcol in gravidanza denominati Fetal Alcohol Spectrum Disorders (FASD) possono evidenziarsi con la Sindrome Feto Alcolica (FAS) completa o parziale, con i difetti congeniti associati all'alcol (Alcohol Related Birth Defects-ARBD) o disturbi dello sviluppo neurologico associati all'alcol (Alcohol Related Neurodevelopmental Disorders-ARND).
Un primo studio multicentrico condotto dal Centro di riferimento alcologico della Regione Lazio nelle scuole elementari della Regione Lazio ha stimato la prevalenza di FAS in Italia tra i 3.7 ai 7.4 per 1000 bambini e tra i 20.3 ai 40.5 per 1000 il numero di FASD (May et al, 2006, Ceccanti et al, 2007).
I filoni di ricerca in questo settore sono caratterizzati da una disomogeneità di risultati, per cui non emerge una relazione lineare che evidenzi come il fatto di crescere in una "famiglia alcolica" sia una condizione sufficiente per lo sviluppo di abuso di alcol e/o di altri problemi emotivi, cognitivi o psicosociali.
In letteratura emerge una povertà di studi che esaminino le variabili genitoriali e dell'ambiente familiare sui figli, valutando le differenze tra il fatto di avere una madre alcolista o un padre o entrambi i genitori. Cavell (1993) evidenziò come il fatto che il bambino figlio di alcolista possa sviluppare una psicopatologia sia collegato al fatto di avere stabilito o meno una relazione supportiva con il genitore non alcolista, specialmente se è la madre. Successivamente Moser e Jacob (1997) hanno esaminato le interazioni tra i genitori e i figli, controllando per eventuale comorbidità degli alcolisti. I risultati hanno evidenziato che le famiglie con entrambi i genitori alcolisti e quelle con la madre alcolista risultano avere interazioni genitore-figlio maggiormente danneggiate rispetto alle famiglie con il padre alcolista, mentre una madre non alcolista in una "famiglia alcolica" sembra poter avere una funzione protettiva. Gli autori spiegano anche che un terzo delle madri alcoliste del campione era disoccupata o casalinga, pertanto passava molto tempo con i figli. Altri autori concordano sul fatto che la mancanza di una relazione positiva con almeno un genitore è un predittore più forte di maladdattamento che l'alcolismo parentale di per sé, infatti i figli degli alcolisti che hanno una relazione supportiva con il genitore che non fa uso di alcol hanno più elevati livelli di autostima (Walker e Lee, 1998).
Roosa et al. (1993) hanno dimostrato che migliorando la relazione genitore figlio migliorava la gestione dello stress sia per il figlio che per il partner dell'alcolista.
Questi risultati fanno ritenere centrale nell'intervento per migliorare l'autostima e ridurre il rischio di disagio comportamentale nei figli degli alcolisti il coinvolgimento della famiglia, anche in accordo con Rosenberg (1979) secondo cui il concetto di sé e l'autostima si sviluppano attraverso un continuo processo di interazione reciproca tra l'individuo e il suo ambiente.
Conclusioni
La riflessione proposta su un tema così complesso ha l'obiettivo di stimolare l'attenzione verso questo aspetto dei problemi alcolcorrelati che nel nostro paese è stato spesso trascurato. Non abbiamo dati nazionali riguardanti l'impatto dei problemi alcolcorrelati sullo sviluppo psicologico e relazionale dei figli degli alcolisti, pertanto lo stimolo è quello di realizzare studi multicentrici per poter avere un quadro accurato della variabilità che presenta la problematica nel nostro paese, in funzione dei tessuti sociali e famigliari differenti dai paesi anglossassoni in cui vengono prodotti i dati.
In letteratura troviamo raggruppati i problemi in cui possono incorrere i figli degli alcolisti in tre ordini di problemi:
comportamento antisociale: i figli degli alcolisti sono caratterizzati da un rischio aumentato di iperattività, comportamenti aggressivi e altre forme di disordini della condotta;
problemi emotivi: includono un ampia gamma di problemi psicosomatici, senso di vergogna, bassa stima di sé, atteggiamenti negativi nei confronti dei propri genitori e di sé, stati depressivi;
ambiente scolastico: i problemi includono difficoltà di apprendimento, difficoltà di concentrazione, bassa performance scolastica e problemi comportamentali.
L' evidenza di questi primi anni di osservazione clinica realizzata nel Centro di Alcologia dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Careggi , in realtà ha evidenziato un campione contrasseganto soprattutto da problemi di ordine emotivo, bambini e adulti figli di alcolisti caratterizzati da una buona autoefficacia, ma da una bassissima stima di sé, associata a forte sensibilità alle critiche e tendenza a sentirsi sempre responsabili di quello che accade. Questi aspetti vanno a condizionare l'area delle relazioni interpersonali, portando ad avere difficoltà ad intraprendere relazioni intime adeguate, sia amicali che di coppia, tendendo spesso a riprodurre un ruolo genitoriale anche nella coppia. In quest'ottica l'intervento rivolto ai figli degli alcolisti può essere considerato come un intervento di promozione della salute che vada ad amplificare gli aspetti di resilienza presenti nell'individuo e nella famiglia, contrastando gli effetti negativi del distress causato dalla presenza dell'alcol.
Così come accade per l'identificazione precoce dei problemi alcolcorrelati nei genitori, sarebbe opportuno implementare delle procedure di screening nell'assistenza sanitaria primaria, così come negli altri contesti di vita quotidiana, quali gli ambienti di lavoro, ma anche il mondo ricreativo, al fine di avere una fotografia dell'impatto dei problemi alcolcorrealti sui figli, procedendo all'identificazione precoce e ad una sinergia di intervento tra mondo della scuola, operatori sanitari e associazioni di volontariato.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)