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I giovani e lo sballo: la repressione, le campagne informative, la responsabilità dei genitori

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Sballo, le colpe dei genitori
Le campagne non bastano


La tragedia di Jesolo, in cui ha perso la vita una 18enne trevigiana, ci spinge a riflettere su come è cambiato il divertimento oggi, rispetto a quello degli anni Novanta o Duemila. Allora si andava in discoteca per vedere altra gente e per farsi vedere, si curava di più l'abbigliamento e se stessi, in generale, ora invece non c'è più nulla di tutto questo e noto un certo degrado nel divertimento giovanile. Diciamoci la verità: ora i giovani più che pensare a ballare in pista pensano spesso a sballare con l'uso di alcol e di sostanze, nonostante l'attuazione di varie iniziative di contrasto. Siamo in presenza di un fenomeno difficile da controllare. Il ministero degli Interni, polizia stradale, Ania e Silb, qualche mese fa hanno lanciato l'iniziativa «Guido con prudenza » in località della costa adriatica, tirrena e del Salento.

A chi si sottopone al test dell'etilometro, e risulta negativo, viene consegnato un ingresso omaggio in discoteca. La repressione sta funzionando ma non è sufficiente. In virtù delle pesanti sanzioni inflitte a chi viene colto a guidare in stato di ebbrezza, o sotto l'effetto di sostanze, sono diminuiti gli incidenti stradali. In discoteca si consumano meno alcolici, ma chi lo fa non ha freni. Abbiamo registriamo un notevole calo di vendite di alcolici perché una consumazione costa in genere 10 euro e molti non possono permettersene più di una. Si assiste allora a un continuo viavai di giovani all'esterno dei locali per bere da bottiglie che hanno in auto, comperate nei supermercati a basso prezzo. Ma sempre più spesso accade altresì che molti giovani siano in stato di alterazione già all'ingresso della discoteca perché consumano alcolici in precedenza, nei locali dove bere costa meno, quindi ne approfittano. Diciamoci apertamente che anche la maggior parte dei giovani fa uso di sostanze stupefacenti in senso trasversale. E diciamoci che anche questo è un fenomeno che non si riesce a debellare nonostante svariate campagne di prevenzione.


Un'altra annosa questione è l'età. Negli anni '90 chi frequentava le discoteche aveva almeno 25 anni mentre i ragazzini andavano la domenica pomeriggio; ora i ragazzini frequentano la discoteca il sabato notte perché i genitori gli permettono di uscire e far tardi. Le famiglie devono vigilare sui loro figli e questo è un richiamo forte che voglio fare, perché non ritengo giusto che un ragazzo di 17 anni sia in discoteca dall'una alle sei del mattino. Questo è un punto chiave di tutta la questione: le famiglie non controllano più i figli come in passato. I ragazzi hanno sempre più libertà e sono lasciati allo sbando. Non voglio ovviamente generalizzare ma stiamo vivendo una generazione caratterizzata da tanti irresponsabili con conseguenze che si ripercuotono su loro stessi, sul loro futuro, sulla società e sui nostri locali: io ogni sera apro la discoteca sperando che non succeda nulla. Non credo sia venuto meno il desiderio di divertirsi ma bisogna riqualificarlo. Durante questo mio mandato farò tutto il possibile per far ritornare il divertimento ai valori di un decennio o di un ventennio fa. Sarà difficile combattere contro gli usi e costumi odierni ma tutti insieme, ad iniziare dalle famiglie, possiamo raggiungere questo risultato.


Maurizio Pasca (Presidente nazionale del Sindacato italiano locali da ballo Silb - Fipe)


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)