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I livelli di rischio nel consumo di alcol

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Consumo di alcol ad alto rischio

Quando il  consumo di alcol può essere definito ad alto rischio? Perché si passa dal bere a medio rischio ad un modello di consumo ad alto rischio?


Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ad ogni quantità di alcol assunta corrisponde un rischio per la salute che va da un rischio basso ad un rischio molto alto.


Per questa ragione bisogna contare i bicchieri che si bevono, e tenere sotto controllo i grammi di alcol che si stanno ingerendo. Man mano che si beve,  i grammi di alcol ingeriti aumentano e il rischio correlato alla nostra salute passa da basso a medio, poi diventa alto.  L’OMS definisce come comportamento alcolico ad alto rischio un consumo di alcol per le donne stimato in più di 40 g/die e in più di 60 g/die per gli uomini.


Nelle campagne di educazione al consumo di alcolici promosse dal Ministero della Salute è molto significativo lo slogan “Conta i bicchieri perché loro contano” perché ad ogni quantità di alcol corrisponde un livello di rischio per la salute.


Secondo i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità se è vero che circa l’80% della popolazione può vantare un consumo moderato, vi è una fetta di popolazione che segue un modello di consumo ad alto rischio che potrebbe scivolare verso la dipendenza. Per questa ragione sono fondamentali le campagne di informazione e sensibilizzazione per aumentare la consapevolezza delle gravi conseguenze dell’abuso di alcol e del consumo ad alto rischio.


È fondamentale, inoltre, che il personale sanitario venga debitamente formato in modo da essere in grado di riconoscere le situazioni problematiche e le persone che con il loro consumo di alcol, rischiano l’abuso: ecco perché il personale deve essere in grado di utilizzare tutti gli strumenti che permettano loro di identificare le situazioni di rischio e intervenire opportunamente.


Sempre in quest’ottica risultano fondamentali le campagne di sensibilizzazione  da realizzare nelle scuole di ogni ordine e grado, che arrivino a coinvolgere anche le famiglie in modo che i giovani possano disporre di un solido bagaglio culturale che permetta loro di gestire adeguatamente il bere, in modo che il bere non diventi un pericoloso fattore di rischio per la loro salute.



Consumo Medio: Conta i bicchieri perché loro contano!


Nelle occasioni di socializzazione e convivialità non scordiamoci di tenere d’occhio i bicchieri, contiamo quelli che beviamo!


Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni quantità di alcol assunta corrisponde ad un rischio per la salute che va da un rischio basso ad un rischio molto alto. Per questa ragione bisogna contare i bicchieri che si bevono, e tenere sotto controllo i grammi di alcol che si stanno ingerendo. Man mano che si beve, i grammi di alcol ingeriti aumentano e il rischio correlato alla nostra salute passa da basso a medio, poi diventa alto. 


L’OMS  definisce come consumo alcolico a medio rischio un consumo  che si attesta per le donne intorno tra i 21 e 40 g/die e 41-60 g/die per gli uomini.


Un rischio medio è in grado di procurare nella persona danni per la salute e di pregiudicare la sfera delle relazioni sociali.


Nelle campagne di educazione al consumo di alcolici promosse dal Ministero della Salute è molto significativo lo slogan “Conta i bicchieri perché loro contano” perché ad ogni quantità di alcol corrisponde un livello di rischio per la salute.


È bene ricordare che i bicchieri di alcol consumati vanno attentamente contati soprattutto se ci si deve mettere alla guida: i riflessi e la coordinazione possono risultare alterati già dopo il primo bicchiere e con l’assunzione del secondo si vanno a superare i limiti di alcolemia imposti per legge.


E’ bene sapere che il consumo di alcol andrebbe ridotto fortemente o evitato quando si assumono farmaci poiché alcol e farmaci possono interagire fra loro con conseguenze spesso, non pienamente prevedibili.


Secondo i dati, i forti bevitori di vino sono in calo mentre si sta diffondendo tra i giovani il consumo acuto di bevande ad alta gradazione alcolica, molto colorate e zuccherate.  Bevono anche molto le donne, soprattutto adulte, come autoterapia, per sfuggire a dispiacere o vite insoddisfacenti, ma soprattutto si va sempre più diffondendo la cultura del bere in forma acuta durante il week-end, così come la moda degli aperitivi affermatasi dopo il lavoro  offre  occasioni per consumare alcol.  


La raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità –OMS-  è “Alcol? Meno è meglio”: l’importante è non eccedere e non ricorrere all’alcol per mascherare i propri problemi e le proprie insicurezze.


Alcol, quantità a basso rischio


L'alcol è anche uno dei principali fattori di rischio per la salute: decidere di bere è una libera scelta dell'individuo, ma è una scelta che se fatta con leggerezza, può essere dannosa per la propria salute e per quella degli altri1.


Sulla base delle attuali evidenze scientifiche non esiste una quantità di alcol non dannosa per l'organismo. In effetti l’OMS2 in merito all'alcol ha scelto di parlare di quantità a basso rischio che è stata stimata per le donne fino a 20 g/die e per gli uomini  fino a 40 g/die.


Sull'etichetta di una qualunque bevanda alcolica è sempre specificato il contenuto di alcol, ma è riportato in gradi ovvero in volume su 100 ml; per calcolare i g di alcol in 100 ml bisogna moltiplicare per 0,8. Questi valori sono stati stabiliti per permettere una stima approssimativa di quanto si beve, perché se è vero che bere è da sempre, un momento di convivialità è anche vero che l’etanolo (contenuto nell'alcol) è una sostanza tossica. Scivolare verso l’abuso o verso un consumo che può danneggiare gravemente la salute e i rapporti interpersonali è facile e spesso succede senza che chi lo fa se ne renda assolutamente conto.


Ci sono situazioni in cui anche un consumo a basso rischio per la salute può essere pericoloso. Ad esempio se si beve anche poco e ci si mette alla guida o se si beve sul luogo di lavoro. Riguardo il tema alcol e lavoro è stato realizzato e pubblicato l'opuscolo "Alcol e lavoro! Non sei sicuro!" un documento realizzato con il coordinamento scientifico di Pasquale Valente (ASL Roma G ) e la revisione scientifica di Emanuele Scafato (Direttore Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS, Presidente Società Italiana Alcologia), che ribadisce come l'assunzione di alcol sul posto di lavoro rappresenta un rischio aggiuntivo per il lavoratore e tiene a precisare come per le attività lavorative ad elevato rischio, individuate dal Provvedimento 16 marzo 2006, vige il divieto di assunzione/somministrazione di bevande. 


Le informazioni pubblicate in questo sito non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico.

Fonti:

Hummel A, Shelton KH, Heron J, et al. A systematic review of the relationships between family functioning, pubertal timing and adolescent substance use.-Addiction. 2013 Mar;108(3):487-96

Ministero della Salute 2011. Guida utile all’identificazione e alla diagnosi dei problemi alcol-relati. www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_104_allegato.pdf

http://www.who.int/en/

http://www.salute.gov.it/imgs/c_17_opuscoliposter_104_allegato.pdf

http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_104_ulterioriallegati_ulterioreallegato_0_alleg.pdf

http://www.epicentro.iss.it/temi/alcol/pdf/Apd07-consumi_rischio.pdf

http://www.epicentro.iss.it/passi/rapporto2011/ConsumoAlcol.asp

 http://www.epicentro.iss.it/temi/alcol/pdf/ilpilota_alcol.pdf

http://www.inran.it/656/Bevande_alcoliche__se_si__solo_in_quantit_agrave__controllata.html


http://www.contaibicchieri.it/livelli-di-rischio


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)