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I metaboliti dell'alcol nelle acque reflue: un'esperienza ad Oslo

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Le acque reflue di Oslo inchiodano i consumatori di alcol
fonte: Alcoholism: Clinical and Experimental Research
La determinazione dei metaboliti urinari nelle acque reflue costituisce una metodologia relativamente nuova, studiata ed applicata per

stimare i consumi di farmaci ma soprattutto di droghe nella popolazione generale, mentre poco è stato pubblicato per quanto riguarda l'alcol.

Un aggiornamento arriva da un recente studio di Malcolm J. Reid e collaboratori del Norwegian Institute for Water Research di Oslo, nel

quale viene descritta una metodologia per stimare il consumo di alcol attraverso l'analisi dei suoi metaboliti nelle acque di scarico. Questa

tecnica epidemiologica mette in relazione la concentrazione di uno o più metaboliti con la quantità di sostanza consumata da una determinata comunità, facendo riferimento alla percentuale della dose iniziale che viene escreta nelle urine, il volume delle acque reflue nel tempo e ogni possibile forma di degradazione che può avvenire nelle acque stesse, dovuta anche ad ulteriore metabolismo ex vivo delle molecole.
Nel metabolismo dell'alcol, si formano etil solfato (EtS) ed etil glucoronato (EtG) i quali vengono escreti attraverso le urine e

costituiscono i biomarcatori generalmente ricercati nella determinazione degli stati di intossicazione alcolica nell'uomo.
La rilevazione di questi specifici derivati nelle acque reflue può costituire una metodologia addizionale per stimare il consumo di alcol in

una determinata popolazione, consumo che spesso viene valutato sulla base dei dati di vendita delle bevande alcoliche.
I ricercatori per prima cosa hanno dovuto affrontare alcune criticità legate sia al possibile metabolismo degradativo dei solfati e dei

glucoronati ad opera di batteri presenti nelle acque reflue, sia alla loro possibile formazione ex vivo per trasformazione dell'alcol immesso

nelle acque di scarico come rifiuto (bevande alcoliche, disinfettanti). Attraverso delle prove di stabilità è stato osservato che mentre l'

etil glucoronato si degradava per circa il 50% dopo 18 ore di incubazione in campioni di acque reflue, l'etil solfato rimaneva stabile,

rappresentando dunque un marcatore utilizzabile nell'analisi quantitativa. Le determinazioni sono state dunque effettuate utilizzando un

metodo cromatografico a scambio ionico e spettrometria di massa tandem, su circa 100 campioni provenienti da un impianto della città di Oslo, raccolti nell'arco di un mese e la metodologia ha fornito delle stime dei consumi in accordo con quanto evidenziato con altre metodologie.
Reid MJ, Langford KH, Mørland J, Thomas KV. Analysis and Interpretation of Specific Ethanol Metabolites, Ethyl Sulfate, and Ethyl Glucuronide

in Sewage Effluent for the Quantitative Measurement of Regional Alcohol Consumption. Alcohol Clin Exp Res. 2011 Jun 15. doi: 10.1111/j.1530-

0277.2011.01505.x.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)