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News di Alcologia

I non fumatori vivono più a lungo

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Che il fumo faccia male lo sanno tutti, anche i fumatori. Nonostante ciò, spesso le motivazioni per smettere non sono sufficienti e anche se ci si prova, in molti ci ricascano o non ci riescono per nulla. Forse sapere che non fumando si guadagnano un po' di anni di vita, potrebbe essere un buon incentivo.
È quanto emerge da uno studio condotto su 54.000 norvegesi durato la bellezza di trent'anni i cui risultati sono stati presentati alla conferenza EuroPRevent 2009 che si è tenuta a Stoccolma dal 6 al 9 maggio 2009.
I ricercatori dell'Università di Oslo e dell'Istituto di Salute Pubblica Norvegese, hanno rilevato che i non fumatori hanno un cuore più sano e vivono in media più a lungo di chi invece fuma. Anche perché il fumo è strettamente collegato alle malattie cardiovascolari e altre patologie mortali come il tumore ai polmoni.
Anche se questo studio non fa che confermare i risultati di molti altri, i ricercatori suggeriscono come tutti gli studi abbiano mostrato in assoluto il reale rischio per la vita a cui espone il fumo. In particolare in Europa dove la causa principale di morte sono proprio le malattie cardiovascolari.
Questo monumentale studio ha preso il via nel 1974 e ha coinvolto persone di entrambi i sessi e di età compresa tra i 35 e i 49 anni. I partecipanti in questi anni sono stati invitati a sottoporsi a un esame di screening cardiovascolare.
All'invito ha risposto oltre il 90% della popolazione e durante la durata dello studio sono state tenute sotto controllo le morti. Durante gli anni 2006 e 2008 a tutte le persone ancora in vita è stato chiesto di compilare un questionario per valutare le abitudini di vita, gli eventuali vizi come fumo o alcol, eventuali malattie in corso e lo stato di salute generale.
In base alle risposte i partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi: non fumatori, ex-fumatori e fumatori (questi ultimi sono poi stati suddivisi in altri tre sottogruppi in base alla quantità di sigarette fumate giornalmente).
Dai risultati è emerso che dei 54.000 partecipanti iniziali nel 1974, il 24% era nel frattempo morto. Di questi, tra i decessi di sesso maschile il 45% erano fumatori accaniti, mentre tra quelli di sesso femminile la percentuale era del 33%. Nel totale, le morti per infarto è stata del 21%.
È inoltre stato evidenziato un chiaro collegamento tra il fumo, il diabete e l'ictus.