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I piemontesi presi dal gioco d'azzardo: servono contromisure

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È maschio, di età compresa fra i 25 e i 34 anni, nella maggior parte dei casi già con problematiche di dipendenza da altre sostanze psicotrope come fumo, alcol e droghe: è l'identikit della vittima del gioco d'azzardo elaborato dalla Regione Piemonte nell'ambito della campagna di comunicazione Combatti la febbre da gioco. Il Piemonte è una delle regioni con la più alta percentuale di soggetti a rischio di dipendenza patologica, così come indicato dai risultati dello studio IPSAD (Italian Population Survey on Alcool and Drugs, 2007), con un numero stimato di circa 80 mila soggetti. Ma il Piemonte è anche tra le regioni italiane che maggiormente si sono distinte per il contrasto al fenomeno, a partire dal suo riconoscimento nel piano socio-sanitario 2007-2010 e dalla formazione di un gruppo di lavoro regionale su questo tema. Il Gap tour si inserisce tra queste iniziative: prevede la presenza di un camper attrezzato nelle principale piazze del territorio, che funzionerà come centro d'ascolto aperto al pubblico e come punto informativo. Il progetto è curato da un gruppo di lavoro che ha le finalità di aumentare l'accessibilità ai servizi, formare il personale, informare la cittadinanza sui rischi correlati al gioco d'azzardo e pubblicizzare l'esistenza di servizi sanitari specializzati nell'aiuto alle persone coinvolte. Il problema pare in crescita anche fra le donne e i giovanissimi, come emerge dal dato che dimostra come il 37% fra i ragazzi e ragazze di età tra i 15 e i 19 anni dichiari di aver giocato almeno una volta nell'ultimo mese e l'8% dichiari di giocare ogni giorno.
Questi numeri, inevitabilmente, sono accompagnati dall'aumento costante di entrate nelle casse del Monopolio di Stato. Nel 2008 i giochi pubblici hanno fatto registrare una raccolta di 47,5 miliardi di euro, pari al 2% del Pil, con un incremento rispetto al 2007 del 12,7%. Si stima che nel 2009 sarà superata la quota di 50 miliardi di euro giocati. La Regione propone al Governo di utilizzare parte delle entrate da gioco d'azzardo alla presa in carico, trattamento, cura e reinserimento sociale dei giocatori patologici da parte dei servizi pubblici e privati riconosciuti.