I ragazzi-bene e la vodka del supermarket
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I ragazzi-bene e la vodka del supermarket
Violato il divieto di acquisto di alcol
E Forte dei Marmi minimizza: una lite tra giovani, non una rissa
Una rissa tra minorenni non è una grande notizia. Se però i ragazzini sono ubriachi e sono in vacanza a Forte dei Marmi, allora quelle botte scambiate all'alba poco lontano da un locale famoso diventano un caso degno di attenzione da parte di giornali e televisioni. I sei diciassettenni - tutti figli della Milano bene - che sabato mattina si sono pestati sul lungomare in qualche modo hanno fatto puntare i riflettori sulla località più chic della Versilia nel modo meno gradito: non per la bellezza delle sue boutique o per i frequentatori più trendy, ma appunto per una notte brava all'insegna dell'alcol, della violenza e dello sballo più brutale. Come se invece che in uno dei posti più eleganti dell'estate italiana si fosse in una qualunque periferia metropolitana. Forte dei Marmi ovviamente non gradisce. E così, il giorno dopo la rissa finita in bella evidenza su quasi tutti i quotidiani, cerca di ridimensionare, cancellare, rimuovere. A partire dal sindaco («è stato solo un litigio presto chiarito» ha commentato Umberto Buratti) fino alla polizia che all'alba di sabato è dovuta intervenire sul posto per bloccare quei ragazzini che si stavano prendendo a calci e pugni come degli indemoniati. «Ricostruendo l'episodio nel dettaglio - dicono dal commissariato di Forte dei Marmi - si è appurato che non si è trattato di una rissa ma soltanto di una lite, tra due soli di quei giovani». Come dire che non partirà alcun procedimento d'ufficio, a meno che qualcuno non presenti querela. Il caso, insomma, è chiuso. Anche se in realtà un aspetto cruciale meriterebbe di essere chiarito: perché un gruppo di diciassettenni era fatto di alcol sebbene dall'anno scorso in Italia sia assolutamente vietato venderne, di qualunque gradazione, a chi ha meno di diciotto anni? La vodka che ha ubriacato i ragazzini - così ha riferito uno di loro alla polizia - era stata acquistata in un supermercato. Come? Probabilmente grazie al documento di identità contraffatto che uno del gruppo portava con sé per risultare maggiorenne («e per poter entrare nei coffe shop di Amsterdam» ha spiegato candido agli agenti). Per il possesso di quella carta di identità falsificata, è stato l'unico dei sei ad essere denunciato alla procura della repubblica. Aldilà del caso specifico, resta il fatto che evidentemente non funziona alla perfezione il sistema di controlli che deve garantire il rispetto della legge entrata in vigore il novembre scorso grazie alla serrata campagna del nostro giornale contro la vendita di bevande alcoliche ai minori di diciotto anni. Dentro e fuori troppi locali, di giorno e di notte, spritz, aperitivi più o meno colorati o anche solo birre vengono bevuti ancora da troppi ragazzini anche se non hanno un documento di identità taroccato in tasca.
Luciano Menconi
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)