338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

I servizi per l'alcoldipendenza e gli utenti

alcol vino birra alcool dipendenza giovani alcolismo

Nel corso del 2006 sono stati rilevati 455 servizi o gruppi di lavoro per l'alcoldipendenza distribuiti in 20 regioni: il 94,9% sono di tipo territoriale, il 2,9% di tipo ospedaliero, l'1,8% di tipo universitario.
In totale sono state 3.895 le unità di personale preposte alle attività relative all'alcoldipendenza: 657 addette esclusivamente (16,9% del totale) e 3.238 addette parzialmente (83,1% del totale).
Sono stati presi in carico 61.656 soggetti alcoldipendenti, valore in aumento rispetto all'anno precedente (+9,6%). 
Il 32,9% dei servizi ha meno di 50 utenti; quelli a più alta utenza (200 o più soggetti in carico) rappresentano il 18,5% del totale dei servizi o gruppi di lavoro rilevati. 
La graduatoria regionale vede le regioni del nord ai primi posti. In particolare Veneto e Lombardia sono le regioni con il numero assoluto più elevato di utenti (rispettivamente, 11.926 e 9.528), mentre il valore più basso si registra in Valle d'Aosta con 266 utenti. Il rapporto M/F è pari a 3,6.
A livello regionale questa maggiore presenza maschile risulta più evidente al centro-sud sia per il totale degli utenti che distinguendo gli utenti per tipologia (nuovi e già in carico o rientrati): quasi tutte le regioni centrali e tutte le regioni meridionali rilevate presentano valori del rapporto M/F superiori alla media nazionale.
L'analisi per età evidenzia che la classe modale è 40-49 anni, sia per l'utenza totale (18.094 soggetti, pari al 29,3%) sia per le due categorie dei nuovi e vecchi utenti (rispettivamente 27,6% e 30,2%).
La bevanda alcolica più consumata è il vino (58,0%), seguito dalla birra (22,8%), dai superalcolici (10,7%) e dagli aperitivi, amari e digestivi (4,9%).
La birra risulta prevalentemente consumata dai maschi (23,8% vs 19,3% delle femmine), mentre per il vino e per i superalcolici si osservano percentuali più elevate di consumatori di sesso femminile (rispettivamente 61,1% e 11,0% vs 57,2% e 10,6% dei maschi).
Analizzando i programmi di trattamento si osserva che il 30,3% degli utenti è stato sottoposto a trattamenti medico-farmacologici in regime ambulatoriale, il 26,4% al "counseling" rivolto all'utente o alla famiglia, l'8,8% è stato inserito in gruppi di auto/mutuo aiuto; per il 13,0% si è scelto un trattamento socio-riabilitativo, mentre l'inserimento in comunità di carattere residenziale o semiresidenziale ha riguardato solo il 2,5% degli alcoldipendenti.
I trattamenti psicoterapeutici sono stati attivati per l'11,2% degli utenti e sono principalmente consistiti nella terapia individuale (63,4%) e nella terapia di gruppo o familiare (36,6%).
Il ricovero ha riguardato il 5,8% del totale degli utenti rilevati (4,3% in istituti pubblici, 1,5% in case di cura private convenzionate); in entrambi i casi la causa principale di ricovero è rappresentata dalla sindrome di dipendenza da alcol (65,1% sul totale dei ricoverati in regime ospedaliero ordinario o in day-hospital e 60,0% sul totale dei ricoverati in casa di cura privata convenzionata).
A livello territoriale si osserva una situazione di estrema eterogeneità: si ricorre al trattamento medico-farmacologico per oltre il 40% dei casi nella Provincia Autonoma di Bolzano e in Emilia Romagna; per il counseling valori elevati si osservano nella Provincia autonoma di Trento e in Umbria (rispettivamente 48,1% e 41,7%), mentre per la psicoterapia (individuale o di gruppo) nelle Marche (25,2%), in Puglia (19,8%) e in Campania (18,8%); l'inserimento in gruppi di auto/mutuo aiuto presenta valori superiori alla media nazionale in diverse regioni del nord-centro, mentre il trattamento socio riabilitativo è relativamente più frequente in Lombardia (20,2%) e in Emilia Romagna (20,9%); l'inserimento in comunità semiresidenziali o residenziali è massimo in Valle d'Aosta (10,8%) e minimo in Friuli Venezia Giulia (0,6%). 
Infine, relativamente al ricorso al ricovero in strutture pubbliche, spiccano la Valle d'Aosta, le Marche e la Campania con il 12,5%, l'8,4% e l'8,3% dei casi; riguardo al ricovero in strutture private convenzionate, il Piemonte, il Friuli Venezia Giulia e il Lazio si contraddistinguono per almeno un 2,7% di utenti che vi vengono indirizzati.