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I Sioux dichiarano guerra legale alle multinazionali dell'alcol

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I Sioux dichiarano guerra legale alle multinazionali dell'alcol

Riserve indiane afflitte da dipendenza, si finisce in tribunale


Milano - "Tutti i miei figli bevono: due di loro sono finiti in prigione. Anche mia figlia beve, mi ha affidato i suoi due bambini perchè non riesce a smettere".Nel racconto rassegnato di questa madre traspare il disagio di un'intera comunità: siamo a Pine Ridge, riserva indiana di 40mila abitanti in Sud Dakota, dove il problema dell'alcolismoaffligge l'85% delle famiglie e un bambino su quattro soffre di sindrome alcolico fetale, che provoca malformazioni al cervello. Le cause sono molte, dalla disoccupazione, all'isolamento, alla povertà, e portano alla stessa conclusione: il carcere."Oltre il 90% dei detenuti è in carcere a causa di incidenti legati al consumo di alcol" spiega Darwin Long, tenente della prigione locale della tribù Sioux Oglala. L'origine di tutto è nel villaggio vicino di Whiteclay, 12 abitanti e quattro fabbriche di alcol che lo scorso anno hanno venduto oltre 4 milioni di lattine di birra. La tribù ha reagito trascinando i proprietari in tribunale e chiedendo danni per 500 milioni di dollari a cinque tra i maggiori produttori mondiali di birra."Abbiamo fatto causa con la speranza che il messaggio arrivi a destinazione: smettete di approfittarvi della nostra gente e della sua malattia" spiega Rhonda. Se vinceranno, i Sioux Oglala contano di sfruttare i risarcimenti per rilanciare l'economia e costruire il prima possibile un centro di riabilitazione che dia alla loro gente un'alternativa alla disperazione.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)