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IAD: cadere nella "rete" delle dipendenze

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Cadere nella "rete" delle dipendenze

«La mente umana non si ritrova più soltanto a disposizione strumenti, dispositivi, apparecchiature per controllare e manipolare la realtà

fisica, lo spazio fisico e gli aspetti fisici e concreti della nostra vita ma con le tecnologie dell'era digitale si ha la possibilità di

utilizzare mezzi per modificare direttamente e intensamente la propria mente, la propria sensorialità.» (de Kerckhove, 1995).
Numerosi sono i privilegi e i piaceri ottenuti grazie all'utilizzo delle nuove tecnologie e di internet, con i quali l'uomo, al giorno d'

oggi, sia per motivi lavorativi che ricreativi, si ritrova quotidianamente a doversi interfacciare.
Infatti, in un'era in cui la ricerca del piacere va aumentando sempre più, le nuove tecnologie ed internet si trovano a ridurre la distanza

temporale e spaziale, tra il desiderio e la sua gratificazione, finendo per occupare il posto del piacere stesso e trasformandosi così da

mezzo a fine.
In questo modo internet, cavalcando l'onda del "tutto e subito", rispetto alle informazioni, alle relazioni, alla gratificazione di un

bisogno o desiderio, diventa un qualcosa di cui non se ne può più fare a meno, un qualcosa di irrinunciabile, che va a sostituirsi a tutte le

altre forme di piacere reale, che a paragone risultano più difficili da raggiungere.
La rete possiede infatti la peculiare caratteristica di generare un mondo che, seppur virtuale, è connotato in maniera specifica da un punto

di vista spaziale e temporale. E' possibile per esempio darsi appuntamento in una chat; partecipare ai giochi virtuali creando un avatar in

grado di muoversi e relazionarsi; acquistare comodamente da casa o giocare a poker. Queste sono alcune delle infinite porte che è possibile

aprire con internet, che nel corso del tempo sono andate a influenzare l'assetto cognitivo-comportamentale dell'essere umano.
La forte attrazione che il mondo virtuale esercita, la possibilità di soddisfare in esso in maniera immediata bisogni e i piaceri personali,

e ancora, come accennato prima, la forte influenza che esercita sull'assetto psichico dell'uomo hanno finito col trasformare l'uso di

internet in una vera e propria forma di abuso. Le sensazioni, le percezioni e le esperienze vissute dai soggetti che iniziano ad utilizzare

internet in maniera pervasiva e compulsiva presentano, infatti, delle affinità con i comportamenti e i vissuti dei soggetti dipendenti da

sostanze stupefacenti.
Cosa sono le dipendenze da internet?
In genere si parla di dipendenza (dipendere: dal latino dependere: essere in relazione necessaria) quando si supera il limite di utilizzo di

una sostanza come ad esempio alcol, droghe, ecc. fino al punto di non poterne più fare a meno. Nel caso della rete invece, si parla di

"dipendenza senza sostanza", in quanto si è dipendenti da un comportamento ripetuto nel tempo che genera gli stessi effetti di una

tossicodipendenza generata dall'uso di droga.
Il campanello d'allarme che ci fa capire di essere rimasti intrappolati nella rete è dato dalla presenza di una sindrome, ovvero di un

insieme di sintomi, e di comportamenti che vanno a discapito dell'intera vita affettiva, lavorativa e relazionale della persona.
Chi è dipendente dalla rete?
Colui che ha difficoltà di comunicazione e di relazione o problemi da cui desidera fuggire.
Una delle caratteristiche peculiari di internet risiede nell'uso infinito e camaleontico che ne può essere fatto ed è proprio questa

poliedricità che finisce col rendere molto sottile il confine tra uso e abuso della rete. Per questo motivo non è facile delineare un profilo

preciso del soggetto dipendente dalle tecnologie: alcuni possono utilizzare internet in maniera patologica perché ne ricavano piacere alla

stessa maniera del tossicodipendente, altri, invece, possono usare internet come una vera e propria via di fuga dalla realtà vissuta, spesso,

come dolorosa e insoddisfacente. In entrambi i casi, alla base dell'abuso di internet, è possibile individuare una radice comune, ovvero un'

apparente risoluzione per problematiche di vario tipo quali ansia, insicurezza, paure, fobie, difficoltà relazionali, tutti disturbi che il

sistema sociale attuale contribuisce ad accentuare. La società di oggi, infatti, ci richiede di essere costantemente attivi, disinibiti, di

ottenere sempre più ciò che desideriamo, imponendo dei canoni estetici di bellezza ben precisi, che se non raggiunti, portano all'esclusione.

Persone insicure, con una scarsa stima di sé o con difficoltà a relazionarsi, trovano, quindi, un rifugio ideale su internet. Queste, nel

mondo virtuale, da un lato, trovano un modo per rinchiudersi in se stesse e dall'altro un modalità che permette loro di creare un realtà

alternativa. Internet diventa, pertanto, quella che possiamo definire la tentata soluzione da parte del soggetto di risolvere i suoi

problemi, in grado di creare un vero e proprio autoinganno, ovvero, la sensazione quando si è "on-line", di sentirsi non solo protetti ma

anche sicuri di sé, stimati, desiderati e di essere, in generale, quello che non si è grado di essere nel mondo reale (posso creare un'

identità fittizia, posso essere il supereroe dei videogiochi, avere una lunghissima lista di amici). Ciò di cui la persona non si rende conto

è che, invece, la rete allontana dalla realtà e che lo schermo del pc non fa altro che separarlo sempre di più dal mondo e dagli affetti

della vita reale. E' così che la tentata soluzione utilizzata per risolvere il problema, si trasforma nel problema stesso e ciò che prima

poteva servire alla soddisfazione di un piacere, utilizzato in maniera ripetuta nel tempo, si trasforma in un qualcosa di cui non se ne può

più fare a meno. Così internet, da grande strumento in grado di dare la possibilità di "muoversi liberamente" in un click, paradossalmente

finisce col trasformarsi in prigione forzata dove rifugiarsi immediatamente nel momento in cui, nella vita reale, la persona colleziona

insuccessi, fallimenti, delusioni, ansie, preoccupazioni.
E' a questo punto che il soddisfacimento di un falso piacere (sto bene quando navigo) può trasformarsi in dipendenza (sto bene solo quando

navigo).