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"Il 1° bicchiere è troppo, 1000 non sono abbastanza": il problema dell'alcolismo visto dagli A.A

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Lecco: gli alcolisti anonimi aprono le porte. "Il 1° bicchiere è troppo, 1000 non sono abbastanza"


Lecco. 100.000 gruppi ripartiti in 158 Paesi, 2 milioni di membri attualmente stimati, 450 nuclei attivi oggi in Italia, in fase espansiva. Stiamo parlando di Alcolisti Anonimi (AA), un'associazione di uomini e donne che mettono in comune la loro esperienza, forza e speranza al fine di risolvere il problema comune: la dipendenza da alcool. Il gruppo che si riunisce due volte a settimana in Piazza Cappuccini 6 ogni due mesi apre le proprie porte a cittadini, amici e famigliari, con l'obiettivo di trasmettere il messaggio che sostiene l'associazione: smettere di bere è possibile ma solo se nell'individuo sorge il desiderio di smettere.


Alcolisti Anonimi è nata negli Stati Uniti nel 1935 dall'incontro di un agente di borsa di Wall Street ed un medico chirurgo di Akron (Ohio), entrambi alcolisti, i quali si resero conto che condividendo le loro dolorose esperienze e aiutandosi a vicenda riuscivano a mantenersi lontani dall'alcol. In Italia l'Associazione è operante dal 1972 e sempre più spesso accade che i medici con pazienti alcolisti apparentemente irrecuperabili si rivolgano ad AA per ottenere aiuto, un aiuto concreto e che nella maggior parte dei casi porta a risultati positivi. L'obiettivo primario dei Gruppi AA è la sobrietà, cercando poi di aiutare altri alcolisti a raggiungere la sobrietà. L'atmosfera che regna nella sala dove si tengono gli incontri bisettimanali è serena, casalinga: donne e uomini di tutte le età, estrazione sociale, riuniti per affrontare il proprio demone o meglio, la propria malattia. Perchè di questo si tratta: l'alcolismo non è un vizio da nascondere o di cui vergognarsi ma, com'è stato definito nel Congresso mondiale della Sanità del 1956 una malattia progressiva, inguaribile, mortale.


Come spesso si sente dire, ammettere di avere un problema è il primo passo per risolverlo: niente di più vero per AA che accanto a questo primo importante incipit ha affiancato altri 11 passi, discussi volta per volta. Sono i cosiddetti "Dodici Passi", che mirano a far raggiungere all'individuo AA un vero e proprio risveglio spirituale che gli permetterà poi di diffondere il messaggio ad altri alcolisti. Chiave del progresso insito nei "Dodici Passi" sembra essere un'umiltà, unita alla fede in un Potere più grande degli individui, che alcuni vogliono chiamare Dio, altri in diverso modo.Ma cosa si fa concretamente durante gli incontri per non tornare a bere? Oltre a condividere con gli altri compagni le dolorose esperienze derivate dall'abuso di alcool, i partecipanti si attengono al piano delle 24 ore: nessun giuramento, nessun "non voglio bere mai più", ma il tentativo di rimanere sobri per le correnti ventiquattr'ore. In pratica, un tentativo di riuscire a stare senza bere un giorno alla volta.


Nel caso di un intenso desiderio di bere non c'è resa o resistenza ma un semplice pensiero: rimandare fino a domani. La scelta tra il bere e il non bere rimane totalmente libera, sta al soggetto ragionare realisticamente su tutto ciò che concerne l'alcool. Generalmente il desiderio di bere svanisce (seguendo il piano delle 24 ore) dopo i primi mesi in AA ma un alcolista deve sempre tenere a mente che rimarrà tale anche se disintossicato e che, per quanto gli concerne, non potrà mai tornare a bere in maniera normale. O bianco, o nero, o sobrio o alcolizzato, nessuna via di mezzo. Anche perchè, come ricorda un altro "motto" di AA, il problema dell'alcolista non sta nel secondo, nel quinto, o nel decimo bicchiere, ma nel primo: "per un alcolista il primo bicchiere è troppo e mille non sono abbastanza". Come capire e ammettere il proprio problema con l'alcool è ovviamente la parte più difficile e tutti gli AA lo sanno bene. In linea di massima una delle caratteristiche dell'alcolista è rifiutare ostinatamente che lo è, sostenuto spesso e disgraziatamente dall'ignara complicità dei familiari che nell'alcolismo vedono un terribile vizio da nascondere.


Rivolgersi ad AA non costa niente e come suggerisce il nome stesso ad ogni "membro" è garantito l'anonimato. Il momento di condivisione delle proprie esperienze non è obbligatorio, chi se la sente parla, chi non lo vuole fare può comunque ascoltare e imparare molto. Le realtà di AA sono numerose ed in espansione, purtroppo la malattia dell'alcolismo interessa sempre più persone, senza guardare in faccia nessuno. Non esiste un alcolizzato medio insomma. Alcuni dati di seguito, che potrebbero fare ragionare: il 75% degli italiani consuma alcool; i bevitori a rischio sono oltre 3 milioni e gli alcolisti 1 milione; gli astemi, in costante riduzione, sono il 25%; Provare a rivolgersi ad AA non costa nulla, solo uno sforzo psicologico (che riconosciamo, deve essere veramente grande). Pubblichiamo su richiesta il numero del Gruppo A.A. di Lecco (Piazza Cappuccini 6): 334 3960776. Agli interessati verrà richiesto unicamente il nome di battesimo. AA riconoscono che niente di quello che possono dire avrà un vero risultato finchè l'alcolista personalmente non sia pronto ad ammettere, come loro un tempo, che l'alcool lo ha battuto e chiede aiuto. Dopotutto, citando un altro motto di AA "se vuoi continuare a bere il problema è tuo e non ci riguarda; se vuoi smettere di bere, il problema diventa anche nostro!"


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)