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Il "bere consapevole": intervista a Giorgio Fadda, presidente Associazione Italiana Barman

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Il "bere consapevole". Giorgio Fadda, presidente A.I.B.E.S «La vita è un bene prezioso, bisogna rispettarla»
In occasione del XXXV Concorso Regionale A.I.B.E.S., tenutosi al Pompei Resort, a Pompei, in data 28 marzo 2011, il

presidente Giorgio Fadda concede a Positano News un'intervista che abbraccia ben 60 anni di esperienza A.I.B.E.S, dalla quale

si evince non solo una forte passione per il proprio lavoro, ma una grande etica professionale, e la voglia di trasmetterla

ai giovani. Perché parlane proprio qui, in questa sezione? Perché "Oltre la frontiera", dopo essersi occupata di anoressia e

uso di sostanze stupefacenti, vuole sfaldare la convinzione, presente in alcuni giovani, secondo la quale il divertimento è

possibile solo superando i limiti, di noi stessi e della società, con regole imposte non in quanto tali, ma condivisibili al

solo scopo di dare un ordine alla stessa. Molti, purtroppo, sono le morti in autostrada, le classiche "stragi del sabato

sera", ma A.I.B.E.S. non ci sta. Si evince chiaramente dalla parole di un uomo dall'eleganza sobria, dalla professionalità

innata e ricercata nella formazione, dalla presenza, in due parole, di Giorgio Fadda, che, pur immerso in mille impegni, ha

creato un ponte di collegamento tra i nostri lettori e i suoi barman.
A.I.B.E.S. è nata il 21 settembre 1949, anno in cui Lei non era ancora nato. Cosa crede abbia ereditato da quell'epoca,

quella del dopoguerra, dove sembrava non ci fosse spazio per il divertimento e quale mission aveva?
La capacità di riscatto di un'intera Nazione, la voglia di riscoprire i piaceri di ogni giorno, mediante l'insegnamento e la

tutela della professione del barman.
Da allora, il numero dei soci A.I.B.E.S. è aumentato vertiginosamente: da 29 a ben 3100. A cosa crede sia dovuto tale

risultato positivo raggiunto?
Alla passione dei suoi associati, unita al fatto di essere l'unica associazione di categoria voluta e promossa dai suoi

clienti.
L'art. 2 dello Statuto prevede un particolare interesse verso "gli aspetti sociali del tempo libero e del turismo". Quali

crede siano i valori su cui si fonda A.I.B.E.S.?
L' A.I.B.E.S. non ha fini di lucro ed ha lo scopo primario di qualificare la figura e la professione del barman nonché di

valorizzare la cultura del bere miscelato, oltre alla degustazione e al servizio di liquori, distillati, vini, birre e

fermentati in genere, caffè, infusi, bevande analcoliche, gelateria, pasticceria e gastronomia nell'ambito delle aziende del

canale HORECA. Essa pertanto svolge ogni attività di carattere culturale, didattico ed editoriale, per propagandare la

conoscenza e il consumo consapevole dei prodotti sopra indicati e qualificare il bartending a livello locale, nazionale e

all'estero, curando direttamente e nelle opportune sedi la preparazione professionale dei barman.
Crede che tali valori siano condivisibili dalla società contemporanea?
Bere non è più un banale atto con cui ci si procura qualcosa di cui si ha bisogno, ma è un'azione simbolica con cui ci si

costruisce la propria immagine sociale e la propria relazione con gli altri, un'opportunità, un modo per incontrarsi,

raccontarsi e narrarsi.Il barman, quindi, oltre a proporre le sue piccole opere d'arte deve saper offrire una relazione d'

ascolto non valutativo, centrata sulla comprensione dei sentimenti, dei gusti e dei bisogni fondamentali dell'altro. Cambia

dunque la gestione del rapporto con i consumatori, non più volti o voci ignoti ma persone, che amano e odiano, provano

simpatie e antipatie, hanno un concetto di sé che vogliono confermare. I loro gusti in materia di bere sono fortemente

condizionati da questo insieme di pulsioni, dove le considerazioni razionali si mischiano con emozioni, timori, bisogni

latenti. Sono voci, a volte silenziose a volte forti, storie vere ciascuna con il suo significato unico e particolare; storie

che non richiedono consolazione, né pretendono di insegnare, non ostentano di sé, ma richiedono solo condivisione. È solo l'

incontro con l'altro che cerca di prevenire o alleviare il sentimento di solitudine, di abbandono e arricchisce la vita.

Quali iniziative ha messo in campo A.I.B.E.S. sul "bere consapevole"? Qual è il Vostro motto? Che testo è stato pubblicato e

dove è stato distribuito?
L'A.I.B.E.S. è da sempre impegnata nel diffondere una cultura del bere intelligente e misurato. promuove un'ottima

preparazione di base o di successive specializzazioni a barman che vogliono continuamente mettersi alla prova e

perfezionarsi. Tale preparazione di eccellente livello non riguarda solo le tendenze, la storia, le curiosità, le tecniche,

gli abbinamenti e molte altre nozioni ancora, ma si impegna anche affinché la presenza del barman non sia un'immagine di

sfondo o secondaria ma una figura seria e professionale. Proprio in quest'ottica l'associazione promuove il bere moderato ma

di alta qualità. Con la presentazione del opuscolo "A.I.B.E.S. e sai cosa bevi" si prefigge di comunicare che un cocktail o

un long-drink sono delle bevande miscelate, le quali si compongono da due o più prodotti alcolici e non alcolici, come ad

esempio: sciroppi, succhi di frutta, uova, latte, panna , gelato e bibite. A seconda degli ingredienti questi "miscelati",

vengono somministrati all'aperitivo per stimolare l'appetito, dopo i pasti per aiutare la digestione, d'inverno per

combattere il freddo, d'estate per soddisfare la sete,ed in alcuni casi esistono i cocktail dietetici appositamente preparati

dai Barman nei centri benessere. Come può vedere abbiamo la possibilità di proporre un drink per tutte le stagioni ed

esigenze del pubblico. Aperitivi, digestivi, tonici, corroboranti e dietetici, questi "drink miscelati", vengono preparati da

professionisti del bar con conoscenze merceologiche dei prodotti della liquoristica, da barman e barlady che oltre alla loro

cultura personale e alla loro esperienza professionale, hanno frequentato dei corsi A.I.B.E.S. (Associazione Italiana Barmen

e Sostenitori) per acquisire le competenze merceologiche specifiche ai prodotti in uso al bar. Inoltre, il barman A.I.B.E.S.,

sa che la parte alcolica contenuta nei cocktail deve essere gestita con criteri orientati decisamente alla moderazione, e

conosce le regole del corretto approccio che il consumatore deve avere con l'alcol; ciò nell'intento di dissuaderlo da ogni

uso errato o abuso.Molte manifestazioni di carattere sociale hanno posto l'accento su un tema che in molti casi vede

protagonisti i giovani, in quest'ottica si è svolto, il 15 febbraio scorso, a San Patrignano (Rimini) un significativo

incontro dove erano presenti alcuni barman A.I.B.E.S., i quali hanno sottolineato che l'alcol è un alimento e come tale va

trattato. Il problema è l'abuso, soprattutto perché la dipendenza colpisce in maniera subdola quando siamo più fragili o

deboli, è necessario mantenere un controllo. Il barman amico e confidente può aiutarci con empatia a non farci del male,

occorre rispetto della vita e di noi stessi. La vita è un bene prezioso, bisogna portarla con rispetto.
L'età media dei consumatori di alcol si è ridotta drasticamente. Qual è la comunicazione adottata da A.I.B.E.S. in tutti i

luoghi a contatto col pubblico?
Il bere consapevole non è solo un esigenza igienica o sociale, non tocca corde esclusivamente in negativo del "Non si

dovrebbe". La chiave che deve essere usata è quella che induce a considerare che conoscere e padroneggiare tecniche e

contenuti della miscelazione rafforza le nostre scelte nella direzione della qualità; è conquistare la consapevolezza di ciò

che noi possiamo fare, offrire. ed usufruire. A noi sta a cuore ricordare che la vita va bevuta a grandi "consapevoli" sorsi.
Molti Soci A.I.B.E.S. sono anche insegnanti di scuola. Con che percentuale? Crede sia fondamentale un buon rapporto con i

giovani?
Noi adulti siamo dei modelli per i giovani. Modelli da prendere o rinnegare tout court. Allora certi nostri atteggiamenti

possono essere dai giovani imitati o rinnegati. Io personalmente penso che siano esasperati in una chiave tutta loro. Voglio

dire che noi adulti abbiamo appreso con il tempo l'arte del buon bere, che è piuttosto il buon stare insieme. Mistificando il

senso e il modo di questo veicolo sociale, i giovani tendono ad usare gli alcolici come mezzo, anzi il mezzo, necessario per

divertirsi. L'A.I.B.E.S. ha sempre spinto e supportato, a gran voce e in tutte le forme, l'educazione al bere consapevole.

Soprattutto ha promosso e confezionato percorsi rivolti a giovani , entrando nei loro contesti di vita sia ludici sia

istituzionali. Si tratta di invertire la tendenza rispetto all'idea che non si beve per divertirsi ma che bisogna "brindare"

al divertimento. Crediamo nelle nostre potenzialità seduttive rispetto alla vendita di un drink a moderato contenuto di

alcool. Capacità che ci vengono anche da una recente ma già avviata memoria di esperienze sui cocktail analcolici o

leggermente alcolici.