"Il bere è un rito di passaggio. La bottiglia simbolo d'autononia"
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SEI giovani di cui quattro minorenni rubavano alcolici e superalcolici in una località nei pressi di Torino e poi si ubriacavano fino a stare male: è un caso isolato o è indicativo di una tendenza che serpeggia oggi tra i giovani? Denota un disagio individuale oppure sociale? Quei ragazzi rubavano in gruppo, non solo per l'eccitazione che può dare il furto e il gusto di farla franca in barba agli adulti, ma anche per bere insieme fino ad ubriacarsi. Alcuni di loro sarebbero degli etilisti, ossia dei bevitori cronici, già dipendenti dall'alcol alla loro giovane età.
Certamente ognuno di loro può avere dei motivi soggettivi per darsi all'alcol legati a vicende personali o anche ad una adolescenza tormentata, c'è però, registrata ormai da vari studi e statistiche, una tendenza di questi ultimi anni che vede un costante abbassamento dell'età dei ragazzi/ragazzini che fanno ricorso agli alcolici. Loro vivono il bere come una sorta di rito di passaggio, un segno di autonomia o una sfida palese in quanto l'alcol, in particolare la birra, viene consumato in strada, nei punti di ritrovo, e le bottiglie vengono poi lasciate in bella evidenza come un segno della loro presenza o della presa di possesso del territorio. (*) Un rito di passaggio però che, a differenza di altri riti che non lasciano tracce durature, crea una dipendenza che porterà questi ragazzi a continuare a bere anche negli anni a venire, dalla post adolescenza all'età adulta. Per non parlare di ricadute a breve o a lungo termine come incidenti, coinvolgimento di terze persone, danni alla salute.
E' interessante notare il valore feticcio che la bottiglia può assumere per un giovane che fa del bere un rito. Non più tardi di ieri sera ho visto passando in strada una adolescente di quattordici, massimo quindici anni, che in modo "casual" teneva per il collo una bottiglia di vino e la faceva oscillare davanti agli amici come se quell'oggetto sancisse una sua raggiunta maturità, la totale autonomia dai genitori, la disponibilità a far parte del gruppo. Forse è anche per il valore simbolico che viene attribuito alle bevande alcoliche nell'adolescenza, oltre che per i danni che il bere può provocare, che in altri paesi come gli Stati Uniti ci sono leggi locali che vietano di bere all'aperto, nei parchi o comunque di passeggiare con una bevanda alcolica in mano. Può sembrare una intollerabile limitazione della libertà individuale, un provvedimento tipico dei paesi di tradizione protestante/puritana, bisogna però anche chiedersi come mai invece le televisioni possono mandare in onda spot di alcolici che mettono al centro i giovani e diffondere la moda che bere in gruppo è il modo più cool di socializzare per un adolescente.