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Il cervello dei bevitori invecchia prima?

Il cervello dei bevitori invecchia prima?

Il cervello dei bevitori invecchia prima?

Molto si è detto e scritto sul controverso rapporto fra consumo di alcol e salute. In tanti aderiscono alla teoria secondo cui un bicchiere di vino al giorno non solo non è da evitare, ma apporta anche significativi benefici per la salute. Una nuova ricerca però suggerisce l’ipotesi secondo cui anche il consumo moderato di alcolici potrebbe avere un impatto negativo sul nostro cervello. Ne parliamo con il dottor Roberto Ceriani, responsabile della sezione Day Hospital epatologico ed Epatologia interventistica.

I dati pubblicati sul British Medical Journal

Lo studio portato avanti all’interno di un più ampio approfondimento sul tema dell’invecchiamento, ha esaminato il consumo di alcolici di una serie di persone nell’arco di 30 anni di vita, calcolando la media di consumi settimanali. Sono state prese in esame la struttura del cervello e la capacità di pensiero dei partecipanti, che sono stati sottoposti a una serie di scansioni e test di memoria.

Un maggior consumo di alcol è stato associato direttamente alla difficoltà a trovare le parole (afasia) ma soprattutto a un maggior rischio di “contrazione” del cervello, un fenomeno associato al morbo di Alzheimer.

Secondo James Leverenz, medico della Cleveland Clinic, gli scompensi chimici che l’alcol produce sul corpo potrebbero avere un impatto sulla funzione cerebrale. Ancora non è chiaro in che misura consumare moderatamente bevande alcoliche faccia bene o male al corpo: quello che è chiaro che è bere smodatamente può avere comprovati effetti negativi. La componente “sociale” dell’alcol e le giuste quantità

Ciò che fa bene al cuore generalmente fa bene anche al cervello. La componente socializzante e aggregante dell’alcol, a patto che se ne faccia un consumo moderato, non è in discussione. Tuttavia resta da chiarire in che modo l’alcol consumato a piccole dosi possa impattare positivamente sulla salute delle persone.

“Da evidenze epidemiologiche, il limite suggerito come sicuro di assunzione di alcol è stato definito di 21 unità settimanali negli uomini e di 14 unità nelle donne che non hanno altre malattie croniche di fegato – ha spiegato lo specialista, specificando che un’unità in Europa è definita come equivalente di 9.8 g di etanolo, cioè un bicchiere di vino, una lattina di birra o un piccolo superalcolico -. Alcuni suggeriscono una soglia più basse per le donne di circa 7 unità settimanali”. Un rischio più elevato di danno epatico può essere associato però al patrimonio razziale ed etnico dell’individuo. I tassi di cirrosi alcolica sono più alti nei maschi afroamericani e ispanici rispetto ai maschi caucasici e i tassi di mortalità sono più alti nei maschi ispanici. Queste differenze però non sembrano essere correlate alle differenze nelle quantità di alcol consumate.

Rischi e conseguenze dell’abuso

L’alcol è una delle sostanze più comunemente abusate. Il consumo cronico di etanolo è causa di numerose malattie croniche e condizioni a livello globale. Il meccanismo che determina il danno epatico è stato ampiamente studiato, mentre, esistono meno studi che hanno esaminato i meccanismi determinanti danno ad altri organi come il cuore e il sistema nervoso centrale. Per quest’ultimo è ben documentato che il forte consumo di alcool provoca una serie di patologie degenerative.

“Sono diverse le modalità di consumo che determinano il grado di malattia cerebrale dovuto all’alcool – ha proseguito il dottor Ceriani – la frequenza con la quale una persona beve, la quantità, la durata del consumo, la storia familiare, l’esposizione prenatale all’alcol, lo sfondo genetico e lo stato di salute generale del bevitore. La “riduzione”, il “restringimento” del cervello è in ogni caso un segno comune del danno cerebrale da alcool. Il consumo di alcol provoca danni alla memoria e diminuisce le capacità di apprendimento”.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://www.humanitasalute.it/salute-a-z/epatologia/83463-cervello-dei-bevitori-invecchia/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)