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Il consumo dannoso di alcol e l'alcoldipendenza in Italia

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IL CONSUMO DANNOSO DI ALCOL e L’ALCOLDIPENDENZA IN ITALIA
Rimuovere lo stigma favorendo l’intercettazione delle condizioni alcolcorrelate adeguando i sistemi d’identificazione, di monitoraggio epidemiologico, di prevenzione, di assistenza e di cura alla persona mirando all’ampliamento dell’accessibilità ai trattamenti disponibili e ad una rete sociale e sanitaria di competenze dedicate all’alcoldipendenza.


Il consumo di alcol rappresenta un importante problema di salute pubblica, responsabile in Europa del 3,8% di tutte le morti e del 4,6 % degli anni di vita persi a causa di disabilità (DALYs) attribuibili all’alcol. Negli ultimi 40 anni le quantità consentite per non incorrere in rischi per la salute sono continuamente diminuite ed ormai da molti anni l’OMS ha evidenziato che non è possibile identificare quantità di consumo alcolico raccomandabili per la salute perché sono molteplici i parametri da considerare: le quantità assunte, la frequenza del consumo, la concomitanza del consumo di alcol con i pasti, la capacità di metabolizzare l’alcol in relazione al sesso e all’età, le controindicazioni al consumo di alcol in relazione alle condizioni di salute, l’assunzione di farmaci e la valutazione del contesto in cui avviene il consumo di bevande alcoliche. L’Unione Europea continua a essere l’area geografica con il consumo alcolico più elevato al mondo con 11 litri di alcol puro per adulto consumati ogni anno.


Sebbene l’Italia abbia ridotto significativamente i consumi, attestandosi a 6,10 litri di alcol puro annuali pro/capite, tale riduzione non appare essere stata conseguita dai consumatori definibili “heavy drinkers”, bevitori pesanti, quelli in pratica che interpretano il bere secondo una modalità di consumo dannoso di alcol definito dall’OMS come una modalità di consumo che causa un danno alla salute attribuibile a seguito di consumo giornaliero e persistente di oltre 40 g di alcol per le donne e di oltre 60 g per gli uomini. Dei circa 8 milioni di consumatori a rischio di età superiore agli 11 anni identificati annualmente da ISTAT e ISS è possibile ricostruire i livelli crescenti di consumo che in un continuum di esposizione che parte da zero giungono a determinare livelli crescenti di rischio e in caso di persistenza di esposizione al danno agli organi.

 

(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.epicentro.iss.it/alcol/apd2014/OK%20SCAFATO%20FACTSHEET%20CONSUMO%20DANNOSO%20E%20UTENTI%20SERVIZI.pdf


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)