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Il consumo di alcol, anche solo moderato, può aumentare il rischio di abuso di amfetamine: i dati di una ricerca

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Una ricerca pubblicata online il 14 dicembre 2010 fornisce evidenti prove che il bere alcol in quantità moderate può

aumentare la vulnerabilità di un individuo all'abuso di amfetamine. Lo studio verrà stampato sul numero di marzo 2011 della

rivista scientifica Alcohol Clinical & Experimental Research ed è stato finanziato dal National Institute on Drug Abuse. La

ricerca ha dimostrato che i bevitori moderati sono più sensibili agli effetti soggettivi di rinforzo anche di una singola

dose d'amfetamina, rispetto ai bevitori leggeri. Il team di ricercatori coordinati dal Craig R. Rush, del Dipartimento di

Scienza del Comportamento della Università del Kentucky di Lexington sostiene, quindi, che bisogna educare gli adolescenti e

i giovani adulti sulle potenziali conseguenze anche del bere con moderazione. Gli effetti di rinforzo della d-amfetamina in 17 bevitori di alcolici leggeri (< 7 bevande alcoliche a settimana) e 16

bevitori moderati (≥ 7 bevande alcoliche a settimana), sono stati valutati utilizzando una procedura obiettiva di

quantificazione dell'effetto di rinforzo della droga negli esseri umani.
Durante le prime fasi dello studio, i partecipanti hanno assunto placebo oppure d-amfetamina a basso (8 - 10 mg) e alto (16 -

20 mg) dosaggio.
Dopo queste sessioni iniziali, i pazienti hanno avuto, quindi, la possibilità di guadagnare fino a un totale di 8 capsule

contenenti il 12,5% (un ottavo) della dose precedente, svolgendo uno specifico compito al computer.
I ricercatori hanno osservato che sia le dosi basse sia quelle più alte di d-amfetamina hanno funzionato come un "rinforzo"

sui bevitori moderati, mentre solo il dosaggio più alto lo ha fatto sui bevitori leggeri. I bevitori moderati hanno lavorato,

cioè, molto di più per le dosi alte di d-amfetamina di quello che hanno fatto il bevitori leggeri.
Questo suggerisce che bere moderate quantità di alcol può rendere un individuo più vulnerabile agli effetti degli

psicostimolanti come l'amfetamina. Ulteriori ricerche sono necessarie per chiarire i meccanismi comportamentali e

neurofarmacologici coinvolti nel consumo di alcol e nell'abuso consensuale di psico-stimolanti.
Lo studio affronta un importante problema clinico, cioè il rapporto tra la predisposizione all'uso delle singole diverse

droghe ed il loro effetto di rinforzo reciproco, quando associate tra loro.
A causa di fattori biologici o ambientali, alcuni individui possono essere a rischio per l'uso di varie sostanze psicoattive,

in base alle loro specifiche risposte a queste droghe.
Questo studio evidenzia che è possibile che l'uso prolungato di una sostanza d'abuso (in questo caso l'alcol) possa aumentare

la risposta di un individuo (l'effetto edonico) ad altre droghe (in questo caso le amfetamine). Vi è un ampio corpus di

letteratura sui cambiamenti nella risposta edonica indotta dalle droghe che si verificano in relazione alla loro

somministrazione ripetuta. L'alcol è una delle numerose sostanze d'abuso che induce "sensibilizzazione", cioè maggiore

risposta agli effetti della sostanza dopo sommministrazioni ripetute. L'estensione del fenomeno della sensibilizzazione da

una sostanza d'abuso ad un'altra si potrebbe definire una 'sensibilizzazione crociata,' dove l'esposizione ripetuta ad una

droga aumenta la responsività, quindi l'effetto edonico ed il rischio di "addiction" per un'altra droga. Lo studio ha molti

punti di forza, tra cui un buon numero di soggetti, attenti metodi di screening e di prova, e, soprattutto, uno strumento di

valutazione obiettiva e sensibile del "rinforzo" indotto dalla sostanza sul singolo soggetto, in grado di misurare l'effetto

rinforzante del farmaco sullo specifico individuo. Questo strumento si è dimostrato capace di fornire una misura sensibile e

valida evidenziando le differenze individuali nella motivazione ad assumere la nuova sostanza.
In conclusione, lo studio offre un contributo prezioso alla riflessione scientifica e clinica. I ricercatori stanno già

progettando studi prospettici di replica di questi risultati su altri campioni.
Alcohol Clin Exp Res. Pubblicato online il 14 dicembre 2010.
A cura del Dr Vincenzo Manna