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Il consumo di alcol tra i giovani italiani: si può parlare di emergenza?

Il consumo di alcol tra i giovani italiani: si può parlare di emergenza?

NO, NON C'E' NESSUNA EMERGENZA ALCOL TRA I GIOVANI ITALIANI
In Italia il consumo di alcolici è in continuo calo dal 2007: bere fa comunque male ma sullo sballo dei ragazzi si esagera


I ragazzi bevono. Lo fanno come lo hanno sempre fatto e come, presumibilmente, continueranno a farlo. Del consumo di alcol tra i giovani, però, si tende a parlare solo quando ci scappa il morto o tratteggiando i ritratti di una gioventù bruciata che sembra vivere solo di festini e sbronze. La realtà è un po’ diversa e, senza per questo sottovalutare i rischi per la salute, meno drammatica di quanto possa sembrare. Tanto per cominciare, l’Italia registra dal 2007 un continuo calo del consumo di alcol tra i giovani di età compresa tra gli 11 e i 25 anni.
 

A guardare i dati raccolti da Espad, lo studio europeo condotto su migliaia di studenti in circa quaranta Paesi, non si può dire che nel nostro Paese ci sia un’emergenza alcol. Confrontando le risposte dei questionari anonimi, il consumo di alcolici tra i giovani italiani non solo diminuisce ma è inferiore a quello della maggior parte dei coetanei stranieri: l’ultima volta che hanno bevuto hanno assunto 4,1 cl di alcol puro. È un dato positivo non solo se paragonato con quello dei tre Paesi messi peggio, cioè Danimarca (9,7), Norvegia (7,5) e Finlandia (7,1). L’Italia, infatti, resta sotto la media europea di 5 cl, che corrispondono all’incirca a un litro di birra, 2-3 bicchieri di liquori o 40 cl di vino.
 

Non basta stare meglio degli altri per stare bene e per capire meglio il fenomeno, ovviamente, non si può pensare solo a quanti bevono ma bisogna anche capire come e cosa bevono: secondo l’Istituto superiore di sanità (Iss), alzano abitualmente il gomito il 12,9% dei ragazzi e l’8,3% dei ragazzi. La domanda però è dove sta il limite tra il piacere e l’abuso: dare una risposta univoca non è semplice ma se dovessimo affidarci ai parametri dell’Iss potremmo dire che fino ai 17 anni è considerato a rischio il consumo quotidiano di anche una sola unità di alcol, cioè una birra da 33 cl. La soglia sale sale a una unità dai tra i 18 e i 20 e a 1-2 unità per le donne e 2-3 unità per gli uomini di età superiore. Di conseguenza potremmo dire che il consumo a rischio di alcolici riguarda il 23,7% dei ragazzi e il 12,7% delle ragazze. In ogni caso non parliamo di cifre esorbitanti, soprattutto considerando che tutti questi numeri scendono di anno in anno. 
 

Tra i comportamenti a rischio, quello che interessa di più gli studiosi è il cosiddetto binge drinking, cioè il consumo di almeno 6 bicchieri di alcolici in una sola occasione. Non è difficile capirne il motivo, cioè che si beve di più quando ci si trova in situazioni non protette o controllate, ma è un dato perfettamente in linea con quello relativo ai luoghi in cui si beve di più.


(...omissis...)


francesco zaffarano


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.lastampa.it/2015/10/21/societa/no-non-c-nessuna-emergenza-alcol-tra-i-giovani-italiani-GtnvsMwPqaziP0cJNupS0J/pagina.html


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)