Il consumo di ecstasy danneggia la memoria
Il consumo di ecstasy danneggia la memoria
Il dipartimento di Psichiatria della Vanderbilt University School of Medicine di Nashville in USA ha da poco pubblicato i
risultati di uno studio preliminare su alcuni soggetti dipendenti da più sostanze (polysubstance users) consumatori di 3,4-
methylenedioxymethamphetamine (MDMA) utilizzando la tecnica biomedica fMRI. La metodica ha permesso di analizzare il
funzionamento e la morfologia cerebrale dei soggetti reclutati attraverso una ricostruzione tridimensionale della loro
materia grigia encefalica. Per dimostrare se e come il consumo di MDMA possa alterare i circuiti funzionali della memoria
semantica verbale, i partecipanti allo studio dovevano svolgere un compito cognitivo di codifica e riconoscimento semantico
all'interno del magnete. Sono stati presi in considerazione parametri come la percentuale di variazione del segnale BOLD
(blood oxygen level-dependent) nelle aree attivate (area 9, 18, 21/22, 45 di Brodmann - BA), l'accuratezza e i tempi di
risposta. Durante compiti di riconoscimento semantico, gli studiosi hanno riscontrato una riduzione dello spessore corticale,
interpretabile come una perdita di cellule neurali, in alcune regioni cerebrali come l'area BA 18, 21 e 45 coinvolte nell'
elaborazione della memoria verbale, e una ridotta attivazione nelle aree BA 9, 18, 21/22 dell'emisfero sinistro in chi
consuma MDMA, cannabis e cocaina. Durante questi stessi compiti, l'esposizione alla MDMA era associata a una ridotta
attivazione delle regioni cerebrali responsabili del processamento della memoria verbale. Questa ricerca conferma la presenza
di alterazioni strutturali nel cervello di chi consuma MDMA riscontrate in precedenti studi e spiega la presenza dei deficit
di memoria verbale osservati in questo tipo di pazienti