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Il crollo della spesa quotidiana meno verdura, più alcol

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Il crollo della spesa quotidiana meno verdura, più alcol


Percentualmente siamo sempre dentro al guado: meno 0,2 per cento, più 0,1 per cento, zero assoluto. Le variazioni tendenziali confermano, anche a marzo, la stabilità praticamente assoluta dei prezzi che sono scesi, a Genova, dello 0,1 per cento rispetto al mese scorso e sono aumentati  -  questa volta dello 0,6  -  rispetto a marzo del 2013.

Apparentemente, calma piatta. Ma poi non è mica vero: il lavoro certosino della Direzione statistica del Comune di Genova dimostra che  -  nella nostra vita di tutti i giorni  -  qualcosa (nei prezzi, nei consumi, nelle scelte) sta cambiando "grazie" alla crisi. Che, magari molto lentamente, porta i genovesi a consumare in maniera diversa, a spendere meno e meglio, a "costringere" determinati prodotti (meglio: determinate fasce di prodotto) a calare di prezzo.

Tre esempi, abbastanza clamorosi. In un anno preciso comunicare a Genova costa il 7 per cento in meno: costano meno i telefonini, i tablet, tutti gli apparecchi del settore. Sette per cento è già un bel dato ed è confermato da uno 0,7 in meno relativo al solo mese di marzo: in sostanza mezzo punto di inflazione ogni mese, con tendenza alla crescita.

Il secondo dato riguarda i ristoranti. In un solo mese, quello appena concluso, i prezzi di ristoranti, bar, ma soprattutto alberghi e pensioni sono scesi di un punto percentuale mentre in tutto l'anno (da marzo 2013 a marzo 2014) erano saliti di altrettanto. Dato che le tendenze (la "variazione congiunturale" la chiamano gli esperti) sono importanti, un punto percentuale in meno in un solo mese è da tenere presente.
Il terzo dato che ha cambiato le abitudini ai genovesi in tempo di crisi arriva con un calo drastico (meno 5,2 per cento) della verdura.

Attenzione, non dei generi ortofrutticoli, ma proprio della verdura: per dire, nello stesso periodo il prezzo della frutta è salito dell'1,6 per cento mentre quello della verdura è calato, come abbiamo visto, del 5,2. Non bisogna essere dei grandi esperti per capire che se i prezzi scendono la domanda è molto bassa. Ed ecco che una prima fotografia della città ai tempi della crisi è possibile scattarla: più frutta e meno verdura, più parrucchieri (l'aumento è minimo, più 0,5 per cento, ma fa tendenza) e meno pacchetti vacanza (anche loro in calo: meno 0,8 per cento), più scarpe da risuolare (la voce "riparazione e noleggio calzature" è salita dell'1,3 per cento, sempre ammesso, e non concesso, che qualcuno prenda delle scarpe a noleggio) e meno servizi di lavanderia (il cui costo, in un mese, è sceso di un punto).

E poi più telefonini e meno giardinaggio. Naturalmente, sarebbe sbagliato  -  anche statisticamente parlando  -  rappattumare tutte le voci.

Ed è allora curioso registrare le ultime linee di tendenza dei singoli prezzi. Per quanto riguarda i prodotti alimentari e bevande analcoliche si registra una diminuzione di pesci e prodotti ittici, vegetali, caffè, tè e cacao e un aumento di latte, formaggi e uova, oli e grassi, frutta, zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolciumi, acque minerali, bevande analcoliche, succhi di frutta e verdura. Per Bacco e tabacco (tralasciando Venere, che non viene censita dagli Uffici Statistici) è in diminuzione il prezzo del tabacco e sono invece in aumento alcolici, vini e birre




(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://genova.repubblica.it/cronaca/2014/04/01/news/ultime_dalla_crisi_meno_verdura_pi_alcol-82436008/


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)