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Il Disturbo da Dipendenza da Internet: caratteristiche e sintomi

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Il Disturbo da Dipendenza da Internet


Tra i diversi fenomeni psicopatologici emergenti negli ultimi anni ha riscosso una certa attenzione da parte della comunità scientifica, e ancor prima dei mass media, un disturbo da abuso della rete chiamato I.A.D., ovvero Internet Addiction Disorder o “Dipendenza del terzo millennio” come Kimberly Young ama definirla. Il termine è stato coniato da Ivan Golberg già nel 1995. La dipendenza da Internet è comparabile al gioco d’azzardo patologico, ciò che cambia è semplicemente l’oggetto della dipendenza.


Come sostenuto dalla Canadian Medical Association, il Disturbo da Dipendenza da Internet “è reale come l’alcolismo, provoca come le altre patologie da dipendenza problemi sociali, carving, sintomi da astinenza, isolamento sociale, problemi coniugali e prestazionali, problemi economici e lavorativi”. I soggetti più a rischio per lo sviluppo dell’Internet Addiction sono compresi tra i 15 ed i 40 anni, con difficoltà comunicative legate a problemi psicologici, psichiatrici, emarginazione, problemi familiari e relazionali; l’elevato grado di informatizzazione negli ambienti lavorativi, i lavori notturni ed isolati, l’isolamento geografico rappresenterebbero altri importanti fattori di rischio per lo sviluppo della dipendenza. In particolare, sarebbero maggiormente esposte alla nuova sindrome le personalità caratterizzate da tratti ossessivo-compulsivi e/o tendenti al ritiro nelle relazioni sociali e/o con aspetti di inibizione nei rapporti interpersonali per la quali il Disturbo da Dipendenza da Internet può rappresentare un nuovo tipo di “comportamento di evitamento” grazie al quale il soggetto si rifugia nella rete per non affrontare le proprie problematiche esistenziali. L’utente all’inizio sente il bisogno di aumentare il tempo trascorso in rete (limite critico per evitare lo sviluppo della sindrome sembrano essere 5/6 ore giornaliere di collegamento) in seguito si instaura subdolamente la consapevolezza di non poter riuscire a sospendere o quanto meno a ridurre l’uso di internet. Quindi, il paziente sviluppa delle vere e proprie crisi si astinenza culminanti nel tentativo di sedazione, ritornando al proprio terminale, che provoca però un effetto limitato e poco durevole.


Dall’analisi off-line di alcuni pazienti con sintomatologia IAD correlata, si sono ipotizzati livelli di dipendenza dalla rete sempre maggiori seguendo un percorso “virtuale” che porta progressivamente ad una vera e propria rete-dipendenza passando attraverso diverse fasi. La fase iniziale è definita tossicofilia, nella quale è presente un’attenzione ossessiva per la mail-box, periodo lunker (dei “guardoni”, caratterizzato da sguardi fugaci a diversi siti), polarizzazione ideo-affettiva su temi inerenti la rete. Questa prima fase è caratterizzata da un incremento del tempo di permanenza in rete, malessere off-line, intensa partecipazione a chat e gruppi di discussione, collegamenti in ore notturne con perdita di sonno. La seconda fase è definibile tossico-maniaca ed è correlata a fenomeni psicopatologici in quanto è caratterizzata da collegamenti così prolungati da determinare compromissione della vita relazionale, sociale e professionale.
Secondo Kimberly Young, che ha fondato il Center for Online Addiction statunitense, sono stati riconosciuti cinque tipi specifici di dipendenza on-line.


1) Dipendenza cyber-sessuale (o dal sesso virtuale): gli individui che ne soffrono sono di solito dediti allo scaricamento, all’utilizzo ed al commercio di materiale pornografico on-line, oppure sono coinvolti in chat-room per soli adulti.
2) Dipendenza cyber-relazionale (o dalle relazioni virtuali): gli individui che ne sono affetti diventano troppo coinvolti in relazioni on-line oppure possono intraprendere un adulterio virtuale. Gli amici on-line diventano rapidamente più importanti per l’individuo, spesso a scapito dei rapporti nella realtà con la famiglia e gli amici. In molti casi questo conduce all’instabilità coniugale o della famiglia.
3) Net Gaming: la dipendenza dai giochi in rete comprende una vasta categoria di comportamenti, compreso il gioco d’azzardo patologico, i videogames, lo shopping compulsivo ed il commercio on-line compulsivo. In particolare, gli individui utilizzeranno i casinò virtuali, i giochi interattivi, i siti delle case d’asta o le scommesse su internet, soltanto per perdere importi eccessivi di denaro, arrivano persino ad interrompere altri doveri relativi all’impiego oppure rapporti significativi.
4) Sovraccarico cognitivo: la ricchezza dei dati disponibili sul world wide web ha creato un nuovo tipo di comportamento compulsivo per quanto riguarda la navigazione e l’utilizzo dei database sul web. Gli individui trascorreranno sempre maggiori quantità di tempo nella ricerca e nell’organizzazione di dati dal web. A questo comportamento sono tipicamente associate le tendenze ossessive ed una riduzione del rendimento lavorativo.
5) Gioco al computer: negli anni’80 del secolo scorso giochi quali il solitario e il campo minato furono programmati nei calcolatori ed i ricercatori scoprirono che il gioco ossessivo sul computer era diventato un problema nelle strutture organizzate, dato che gli impiegati trascorrevano la maggior parte del giorno a giocare piuttosto che a lavorare. Questi giochi non prevedono l’interazione di più giocatori e non sono giocati in rete.


In linea generale, oggigiorno nelle famiglie in cui sono presenti adolescenti e preadolescenti diventano sempre più frequenti le liti quotidiane tra genitori e figli in merito all’uso del computer e di internet. Mentre i primi mirano ad un consumo illimitato del pc e del web, i secondi cercano di regolamentarne l’uso, riportandolo a livelli meno alienanti.


(...omissis...)


Luigi Fusco
Vincenza Del Prete


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.losbrogliamente.com/2014/10/il-disturbo-da-dipendenza-da-internet.html


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)