Il fenomeno del policonsumo come "rituale sociale"
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Il nuovo fenomeno del policonsumo come "rituale sociale"
Si sa a quali conseguenze porta il consumo di droga. I problemi non sono solo sul versante personale e a livello sanitario, psicologico e sociale, i danni si ripercuotono anche sulla famiglia e sulla comunità. Dopo anni di aumento progressivo degli utenti in carico ai servizi per le tossicodipendenze, il Servizio per le dipendenze dell'Ulss 19 di Adria assiste a una situazione sostanzialmente stazionaria, anche se sono cambiati le droghe e il modo con cui si consumano: dall'uso di eroina al cosidetto "policonsumo".
Di che cosa si tratta, dunque? "Nell'ambito del policonsumo - specifica il Ser.D dell'Ulss 19 - assistiamo all'aumento dell'uso di cannabinoidi, cocaina e alcol, che è sempre presente. Il policonsumo si conferma come la modalità d'uso più frequente: circa l'80 per cento delle persone seguite sono poliassuntori. Queste persone sembrano non avere la percezione di usare droga e, comunque, tentano di controllarne l'uso e renderlo compatibile con una vita relativamente "normale". Ciò può apparire vero nel primo periodo, ma in tempi più o meno lunghi rimangono imbrigliati in una sorta di dipendenza che è dapprima psicologica e poi si può manifestare anche fisicamente. Il policonsumo diventa un'abitudine necessaria per affrontare i diversi contesti di vita mettendo le persone in condizioni di pericolo: uno di questi è sicuramente la guida in stato di alterazione ma vi possono rientrare anche l'abbandono scolastico e la perdita del lavoro. Il consumo di cocaina, di anfetamine e delle cosiddette droghe ricreazionali avviene in situazioni di socializzazione e di divertimento, e vengono sempre più a configurarsi come "rituali sociali": una modalità d'uso che rende il problema meno evidente e più difficile da affrontare. Altro aspetto è, accanto alla costante diffusione di alcol tra i giovani, l'abbassamento dell'età di primo consumo per i vari tipi di sostanze".A fronte di un fenomeno così complesso il Dipartimento per le dipendenze dell'Ulss 19 ha orientato la propria azione in due direzioni. Sul versante terapeutico- riabilitativo ha articolato l'offerta di servizi con l'ambulatorio, la comunità terapeutica e interventi che coinvolgono maggiormente la famiglia mediante trattamenti singoli o di gruppo, dando spazio alle forme di socializzazione. Sul versante della prevenzione vi è una stretta collaborazione con il mondo della scuola, con le municipalità e con le varie forme associative. Sono proposte attività mirate a rafforzare l'atteggiamento critico verso le sostanze e a fornire strumenti di abilità personali e sociali per far fronte alla "cultura dell'uso" come percezione di miglioramento delle proprie prestazioni relazionali e sociali. "Bisogna puntare alla crescita di una comunità competente - riferisce Andrea Finessi, il direttore del Dipartimento per le dipendenze - attraverso un lavoro culturale e educativo di lungo corso che coinvolga i genitori, gli amministratori, gli operatori scolastici e quelli sanitari, i cittadini e le associazioni"."Il consolidamento della collaborazione tra tutti gli attori sociali - conclude il direttore generale Ulss 19 Giuseppe Dal Ben - è un obiettivo essenziale che può diventare propulsore per nuove conquiste culturali e per l'adozione di nuovi stili di vita più salutari".
Margherita De Nadai
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)