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Il fumo di "terza mano" danneggia il DNA: lo rivela uno studio americano

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Fumo, studio conferma: "quello di terza mano danneggia il DNA"
Una ricerca condotta da studiosi americani conferma la pericolosità del cosiddetto fumo di terza mano. Provoca significativi danni genetici alle cellule umane.


USA - Che il vizio del tabacco sia tra i più dannosi - per se stessi e per chi è vicino - è universalmente riconosciuto e dimostrato da una moltitudine di studi e ricerche scientifiche, comprovati da statistiche agghiaccianti che a nulla servono per "ammorbidire" le percentuali dei consumatori, giovani o adulti che siano. Basti pensare che ben 3 mila persone al giorno perdono la vita per cancro ai polmoni (nella maggioranza dei casi provocato dalle sigarette) ed altre 18 tipologie di tumori sono legate alla fruizione del tabacco, per rendersi conto della portata sociale del problema. Dopo il fumo attivo e quello passivo, talvolta più pericoloso poiché non filtrato anche se maggiormente disperso, vi è una ulteriore tipologia di fumo chiamata di "terza mano", la cui pericolosità è stata già acclarata scientificamente ed ulteriori analisi sono attualmente al vaglio degli studiosi.


Per fumo di terza mano si intende quello che si "appiccica" ai vestiti ed alle tappezzerie e rimane per giorni, settimane o persino mesi quando assorbito dai tessuti. Recenti studi condotti da ricercatori dell'Università di Berkley hanno dimostrato che i residui di nicotina depositata interagiscono con l'acido nitrico degli ambienti, favorendo la formazione dei cosiddetti TSNA (tobacco-specific nitrosamine), ovvero tra i più potenti e pericolosi agenti cancerogeni conosciuti. La ricercatrice Lara Gundel del Berkley Lab, coordinatrice dell'ultimo lavoro svolto sul tema e pubblicato sulla rivista scientifica Mutagenesis, ha dimostrato che tali residui sono in grado di danneggiare il DNA delle cellule umane e che l'esposizione prolungata è ben più pericolosa di quella acuta, suggerendo che l'azione del fumo di terza mano sia più dannosa col passare del tempo. "Si tratta del primo studio - sottolinea la Gundel - che scopre l'entità mutagena del fumo di terza mano". "Inoltre - aggiunge la studiosa - le nitrosamine specifiche del tabacco, alcuni dei composti chimici presenti nel fumo di terza mano, sono tra i più potenti agenti cancerogeni esistenti. Restano attaccati sulle superfici e quando quelle superfici sono vestiti o tappeti, il pericolo per i bambini è particolarmente grave".


Per verificare la genotossicità del fumo di terza mano il team del Berkley Lab ha effettuato alcuni saggi in vitro, evidenziando la rottura dei filamenti di DNA che hanno come conseguenza la mutazione dei geni, meccanismo alla base di moltissime tipologie di cancro provocate dal fumo e non. La pericolosità di questi depositi di nicotina risiede anche nella difficoltà ad essere estirpati; non è sufficiente infatti eliminare gli odori ed i ricercatori, infatti, suggeriscono persino di riverniciare o sostituire i materiali coinvolti. Hang Bo, co-autore dello studio pubblicato su Mutagenesis, spiega inoltre che l'effetto cumulativo del fumo di terza mano è decisamente significativo nei modelli sperimentali e che i materiali interessati sono sempre più tossici con il trascorrere del tempo.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)