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Il gioco d'azzardo: dipendenza senza sostanze

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Nel 2010 circa 60 miliardi di euro sono finiti nelle casse dell'erario del nostro Paese per il gioco d'azzardo. In Italia

sono circa 700. 000 Le persone che sono state coinvolte lo scorso anno nel fenomeno che, purtroppo, è accompagnato da pesanti

ricadute a livello sociale, relazionale e famigliare. Il 10 dicembre dell'anno appena concluso, il convegno veronese "Auto

aiuto e terapia per giocatori d'azzardo e le loro famiglie" ha evidenziato questi dati. Organizzato dalla "Cooperativa Self

Help Onlus" di Verona, il convegno ha ribadito l'attenzione sul tema che viene troppo spesso scarsamente considerato. Il

gioco d'azzardo ha i suoi risvolti subdoli e i suoi rischi, personali e sociali, come le classiche dipendenze da sostanze.

Gli italiani spendono in media 900 euro a testa ogni anno per il gioco ed è questa una delle cifre più alte del mondo

considerando il settore di riferimento. Perchè paragonare il gioco, ad esempio, all'eroinomania? Semplicemente perché il

gioco d'azzardo patologico è un disturbo del comportamento che fa parte dei disturbi ossessivo-compulsivi e che, proprio per

questo, ha grande attinenza con le tossicodipendenze; per questo rientra nella categorie delle cosiddette "dipendenze senza

sostanze". La compulsione al gioco causa la perdita di controllo dei propri comportamenti e l'ossessività con cui il

giocatore patologico cerca i soldi fino a vendersi la casa e arrivando, talvolta, al furto, alla rapina e ad altre

illegalità, non ha molto di diverso rispetto al tossicodipendente che mostra la stessa compulsione verso la sostanza.

Inoltre, diverse ricerche hanno evidenziato come le aree cerebrali attive nei tossicodipendenti e associate alla compulsione

siano condivise anche nei giocatori patologici. Questo per dire che una dipendenza da gioco d'azzardo rischia di avere

ricadute psicologiche, sociali ed economiche altrettanto gravi. La cooperativa veronese organizzatrice del convegno ha

esposto la situazione di Verona: il problema riguarda circa 400 persone (tra giocatori e famigliari) che vengono accolte per

servizi diagnostici e programmi personalizzati. Inoltre la cooperativa cerca di dare risposta anche alle tendenze del gioco

d'azzardo legato alla tecnologia: videogame, scommesse on-line, pornografia digitale etc. Giovanni Serpelloni, capo del

"Dipartimento delle Politiche Antidroga" e presente al convegno, ha ribadito come sia necessario studiare degli interventi ad

hoc per questo tipo di dipendenza: il dipartimento ha già proposto, nel piano nazionale antidroga, l'inserimento delle

ludopatie tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), proposta che è stata approvata dal Consiglio dei Ministri!