Il lato malato del gioco d'azzardo
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Claudio Piras
SASSARI. Il GAP è una malattia che colpisce oggi il 5 per cento degli italiani. Una patologia potenzialmente mortale che deve
essere curata presso centri specializzati. È il gioco d'azzardo patologico, una dipendenza comportamentale ritenuta dagli
specialisti grave quanto quella da cocaina.
Il problema è ancora più serio se si considera che, a differenza di cocaina ed eroina, il gioco d'azzardo è autorizzato e
sponsorizzato dallo Stato. Superenalotto, Gratta e vinci, poker online sono soltanto alcuni dei giochi d'azzardo legali. Ai
primi di novembre era stato proposto di introdurre anche in Italia il Gratta e vinci nello scontrino. L'idea era quella di
sfruttare così una delle più grandi passioni degli italiani, quella per il gioco d'azzardo, per combattere l'evasione
fiscale.
Nulla a che fare con il boom degli ultimi anni del Texas Hold'Em, pratica che si basa più che sull'alea, tipica del gioco d'
azzardo, su attenti studi statistici. Questo però non può escludere che molti, senza esperienza né studi, si facciano
trascinare dalla moda e dall'idea della vincita facile, che cambia la vita (l'ultimo caso è proprio di un sardo, Filippo
Candio, che ha portato a casa 3milioni di euro). Le tante pubblicità per prestiti facili che sono trasmesse sul canale in
chiaro dedicato 24 ore su 24 al poker forse potrebbero servire da campanello d'allarme.
Lo Stato e il gioco d'azzardo. Secondo gli ultimi dati, l'80 per cento degli italiani gioca. Un giro d'affari da 51 miliardi
di euro solo nel 2009, compresi i 3 miliardi dei giochi online, legali dal 2006. Buona parte di questi soldi finiscono nelle
casse dello Stato, tanto che alcuni definiscono il gioco d'azzardo «una tassa volontaria». Nel 1995 per la prima volta fu
emanata una legge che dava la possibilità di vincite anche in denaro attraverso apparecchi di intrattenimento. Dal quel
momento una serie di norme si sono succedute in materia, quasi tutte inserite in emendamenti alle Finanziarie. Il gioco d'
azzardo rappresenta, infatti, una significativa entrata per l'erario. A fine settembre , ad esempio, è partito Win for life
il nuovo gioco che prevede come primo premio una rendita mensile di 4mila euro per vent'anni; il ricavato servirà per aiutare
le popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo.
Il GAP. Vincere al gioco. Una vincita che ti cambia la vita. Un sogno che si fa più forte in periodo di crisi economica. Così
gli italiani fantasticano su un 6 milionario al Superenalotto, ma anche su una somma più modesta al Gratta e vinci. Nella
maggior parte dei casi si tratta di un passatempo, ma per almeno un milione d'italiani è diventata una malattia. Se si
considera il totale degli abitanti del nostro Paese, si calcola che ciascuno in media spende al gioco d'azzardo ogni anno 709
euro. La dipendenza da gioco d'azzardo, che nell'ultimo periodo ha portato nelle strutture di cura competenti il 138 per
cento in più di casi, è una patologia riconosciuta anche dal DSM-IV-TR, il manuale diagnostico statistico dei disturbi
mentali. Il malato di GAP presenta le stesse caratteristiche del tossicomane: vive i momenti legati alla giocata come il
cocainomane quando assume la sostanza e soffre di crisi di astinenza tra una giocata e l'altra, con depressione, ansia e
irritabilità. Perde il controllo delle sue azioni ed è incapace di limitare o fermare i propri comportamenti, nonostante le
conseguenze. Il primo caso conclamato di gioco d'azzardo patologico in Italia è del 2001. Un operaio di Torino si presentò al
pronto soccorso: il desiderio insopprimibile di vincere soldi gliene faceva spendere sempre di più, finché non si accorse di
non essere più capace di smettere. Fu ricoverato.
Gli effetti. La patologia, oltre a conseguenze fisiche e psicologiche, causa anche problemi sociali e legali: il malato di
gioco d'azzardo non riesce a fermarsi, nel tentativo di recuperare il denaro perduto continua a spendere, fino a ridursi sul
lastrico. Ma neanche in quel momento riesce a fermarsi e pur di non smettere ruba e truffa. I rapporti in famiglia si
distruggono, per andare a giocare non lavora più. Non sono rari neanche i casi di suicidio. L'allarme è ancora più grave se
si considera che la criminalità organizzata spesso usa il gioco d'azzardo legale per il riciclaggio di denaro sporco.
La cura. Per curare i malati di gioco d'azzardo patologico sono nati alcuni centri, ma la maggior parte dei casi arriva ai
Sert. Considerato una dipendenza come quella da alcool o da droga, infatti, oggi il GAP è curato con psicoterapia e farmaci
nei centri per le tossicodipendenze delle Asl. Il malato è seguito gratuitamente e senza bisogno di impegnativa. Il Servizio
è diventato così Servizio per le dipendenze e si fa carico di tutte le patologie legate ad abuso sia di sostanze sia di
comportamenti. Il risultato è però una mole di lavoro sempre più pesante che ricade sul personale dei Serd. Nessun nuovo
finanziamento è stato previsto e la preparazione professionale di medici, psicologi e infermieri è lasciata alla buona
volontà. Il personale si deve così giostrare tra vecchi e nuovi problemi, senza nessun aiuto o mezzo in più.
In città. Video poker, gratta e vinci e poker online, sono questi i maggiori richiami del giocatore d'azzardo patologico
sassarese che, secondo i dati del Serd di Sassari, ha un'età media di 45 anni ed è in prevalenza maschio, mentre il gioco d'
azzardo da parte delle donne è un fenomeno ancora sotterraneo.
Ben definito, attraverso una serie di momenti tra loro separati, l'iter del programma che l'utente è chiamato ad affrontare
al Serd di Sassari, dove dall'anno scorso è attiva una équipe multiprofessionale. Si passa da una prima fase di accoglienza,
ad una seconda di valutazione, ad una di invio al gruppo terapeutico. Sono previsti gruppi formati mediamente da 12
partecipanti, tra pazienti e familiari, e la formazione di percorsi terapeutici personalizzati per l'utenza.
Al Serd di Sassari sono giunte, sino alla fine del 2009, 26 richieste di aiuto: per un utente si è nella fase della
consulenza, uno ha appena avviato la fase del contatta, 8 seguono un percorso di gruppo accompagnati dai loro familiari, 3
sono seguiti in incontri individuali, altri 3 sono invece in trattamento familiare, 2 hanno completato il trattamento.
Inoltre per 3 è stato registrato l'abbandono della terapia (1 non è arrivato al gruppo, 1 ha interrotto la fase di
valutazione e 1 coppia ha interrotto per la separazione). Infine 5 valutazioni non arrivate al trattamento.