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Il mercato dell'alcol

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Il mercato dell'alcol


Esiste un mercato dell'alcol ed è anche molto redditizio. Parliamo di 309 milioni di euro spesi per pubblicità alcoliche in Italia, di cui 65 milioni di euro solo in internet.


Da molti anni la Declaration on Young People and Alcohol di Stoccolma e la Conclusione del Consiglio sul bere dei giovani e adolescenti sollecitano la massima attenzione agli effetti del marketing delle bevande alcoliche sui minori. Anche la Risoluzione del Parlamento europeo relativa alla strategia comunitaria sull'alcol attiva dal 2007 al 2012 e il nuovo European Alcohol Action Plan pongono le attività di controllo e contrasto alle modalità di marketing, pubblicità e commercializzazione (che regolarmente infrangono i codici di autoregolamentazione in gran parte degli Stati membri) come attività saliente e prioritaria per la tutela reale della salute dei minori in tutta Europa.


Per fornire una visione d'insieme dell'impatto del marketing rispetto a quanto richiesto dalle direttive europee riguardanti la regolamentazione della comunicazione commerciale e le modalità di promozione delle bevande alcoliche che possono attrarre in modo particolare i minori, o comunque le giovani generazioni, la Commissione europea ha affidato all'Executive Agency for Health and Consumers (Each) una ricerca specifica. I risultati di questa indagine sono pubblicati sul sito della Dg Sanco in un report dal titolo "An overview of the market for alcoholic beverages of potentially particular appeal to minors".


"È evidenza condivisa che il tema "alcol e giovani" è ormai urgente e prioritario non solo poiché i minori sono più a rischio degli adulti riguardo agli effetti nocivi dell'alcol ma anche perché abusarne in tenera età può portare a conseguenze di lunga durata" - spiega Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale alcol, Cnesps-Iss. "Il report europeo si proponeva di formalizzare le conoscenze e rilevare la realtà dei fatti per delineare le caratteristiche del rischio indotto dalla pubblicità e dal marketing delle bevande alcoliche che risultano appealing, affascinanti per i giovani, proposte in maniera spesso ingannevole come prodotti di tendenza, garanti di successo sociale, sessuale o di elevate performance fisiche e psichiche". Oltre all'analisi dell'esistente dalla Commissione europea sono state richieste indicazioni utili per poter informare al meglio coloro che hanno la responsabilità di indirizzare le politiche a livello europeo o nazionale.


Lo studio ha utilizzato diverse fonti informative:
i dati Euromonitor, per descrivere le vendite generali degli alcolici nei Paesi europei;
i dati del progetto European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs (Espad), relativi al bere dei ragazzi di 15 e 16 anni nell'Unione europea;
una revisione sistematica della letteratura (appositamente condotta per questo studio), volta a identificare i determinati delle bevande alcoliche che hanno un appeal particolare sui minori e i programmi e le strategie politiche per contrastarne la diffusione;
i dati di tre case study, studi specifici condotti in tre Paesi europei: la Germania (per la sua esperienza di tassazione degli alcolpop), i Paesi bassi (per gli studi condotti sull'accesso agli alcolici nei supermercati) e l'Italia (come esempio per descrivere la situazione nell'Europa meridionale e in particolare nei Paesi in cui si consuma prevalentemente vino).
Il case study italiano è stato condotto dall'Osservatorio nazionale alcol presso il reparto Salute della popolazione e suoi determinanti del Cnesps-Iss sulla base delle evidenze raccolte nel corso degli ultimi venti anni circa.


Fonte: http://www.epicentro.iss.it/temi/alcol/AlcolGiovani.asp


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)