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Il neuroimaging svela il ruolo dell'insula cerebrale nella dipendenza da nicotina

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Il neuroimaging svela il ruolo dell’insula cerebrale nella dipendenza da nicotina

Le moderne tecniche di neuroimmagine hanno fornito negli ultimi decenni un importante contributo per lo studio non invasivo delle caratteristiche morfo-funzionali del cervello, in particolare degli adattamenti neuroplastici che avvengono durante l’esposizione cronica alle sostanze stupefacenti. Da una recente revisione della letteratura ad opera di alcuni ricercatori del NIDA (Baltimora, USA) è emersa la necessità di continuare la ricerca attraverso approcci sperimentali ed ipotesi neurobiologiche sempre più in grado di spiegare la complessità degli aspetti motivazionali, affettivi, cognitivi, genetici e farmacologici alla base dei comportamenti assuntivi. Lo studio dinamico della connettività tra le regioni cerebrali, in individui che fanno uso di sostanze stupefacenti, permette di capire come viene ridistribuita la funzionalità cerebrale dopo l’esposizione alle diverse sostanze. Vengono inoltre individuati i substrati neurobiologici implicati nelle disfunzioni psicologiche associate all’elaborazione affettiva, cognitiva e di ricompensa spesso osservate nelle persone tossicodipendenti. Gli autori, utilizzando la tecnica di Risonanza Magnetica funzionale (fMRI) detta “resting-state functional connectivity” (rsFC), hanno fornito una visione d’insieme delle ultime scoperte sull’effetto neuro-farmacologico della nicotina sulla connettività cerebrale. Numerose evidenze supportano il ruolo fondamentale dell’insula nel fumo di sigaretta. La zona anteriore dell’insula, assieme alla corteccia cingolata anteriore, influenza su larga scala le dinamiche funzionali tra i circuiti cerebrali che controllano il processamento delle informazioni interne (circuito “default-mode”) ed esterne (circuito di controllo esecutivo). Il ruolo dell’insula, dimostrato dalla rsFC, nel modulare l’interazione di questi circuiti funzionali è di fondamentale importanza per spiegare sia i deficit cognitivi spesso associati all’astinenza dalla nicotina, sia gli effetti di potenziamento della performance dopo la somministrazione della stessa. Queste informazioni possono essere utilmente applicate per lo sviluppo di più efficaci trattamenti anti-tabacco.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)