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Il problema alcol in Italia: Emanuele Scafato commenta lo studio britannico pubblicato su Lancet

Il problema alcol in Italia: Emanuele Scafato commenta lo studio britannico pubblicato su Lancet

ROMA - In Italia le morti attribuibili all'alcol sono fra le 21 e le 25mila ogni anno, contro alcune centinaia di morti per

droga. Lo sottolinea Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale alcol dell'Istituto Superiore di Sanità e

Presidente della SIA, la Società italiana alcologia, commentando lo studio pubblicato su Lancet che lancia un allarme su

quella che viene indicata la più pericola delle sostanze stupefacenti. Un'analisi di fatto condivisa dallo stesso Scafato che

definisce l'alcol una «droga ponte» verso altre sostanze.
I nuovi bevitori a rischio in Italia si differenziano dal resto della popolazione italiana che consuma alcol (56,7% del

totale) perché sono giovani, uno su tre ha meno di 24 anni, sono soprattutto maschi e vivono nelle regioni del Nord. A

disegnare questo identikit è il rapporto 2009 Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia),

dell'Istituto Superiore di Sanità. Da 10 anni, spiega Scafato, si è cominciato a parlare di «binge drinking»: si assumono sei

o più unità alcoliche in un'unica occasione (un'unità è pari ad una lattina di birra o a un bicchiere di vino), ma, a suo

parere, non si è colto, nel corso degli anni, il reale pericolo dell'impatto culturale di un modello del bere che ha portato

alla diffusione di questa pratica tra i giovani.
Secondo i dati, il 36% dei giovani tra i 18 e i 24 anni è considerato "bevitore a rischio", mentre questa percentuale scende

al 25% tra i 25 e i 34 anni L'alcol, poi, secondo l'esperto è una "gateway drug", una "droga ponte" che traghetta attraverso

i suoi effetti psicotropi i giovani, prima verso la commistione di superalcolici con "energy drink", per risollevarsi nel

tono quando cala la prima euforia, e poi alle droghe sintetiche e alla cocaina, per superare la fase "down" che causano

queste sostanze.
Pesantissimo anche il bilancio economico: le malattie legate all'alcol (cirrosi del fegato, diabete mellito, malattie

neuropsichiatriche, problemi di salute materno-infantile) costano l'1% del prodotto interno lordo di un Paese a medio e alto

reddito.