Il Progetto VINTAGE su alcol e terza età: una priorità negletta della salute pubblica
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Il problema
Anziani e alcol: un tema di rilevante importanza sociale e sanitaria. I dati Eurobarometer 2007 rivelano infatti che il
consumo dannoso di alcol è comune tra i non più giovani: il 27% degli europei dai 55 anni in su ha avuto in un anno almeno un
episodio settimanale di binge-drinking (ovvero ha assunto 5 o più unità alcoliche, 50g di alcol in un'unica occasione). Il
consumo di alcol negli anziani è spesso un problema nascosto anche perché si tende a ignorare i segni di un'assunzione
dannosa e a confonderli con i sintomi generici dell'invecchiamento.
Va considerato che, con il progressivo invecchiamento della popolazione, la frequenza dei disturbi legati all'uso di alcol
tra gli anziani tenderà ad aumentare. Sono però tuttora poche le revisioni sistematiche che documentano le reali dimensioni
del fenomeno o che forniscono la base di evidenza per interventi e misure politiche atti a fronteggiarlo.
Il Progetto
Nella direzione della prevenzione e della definizione di azioni per la salute pubblica va il Progetto " VINTAGE, Good health
into older age", finanziato nel 2009 dalla Commissione Europea. Nell'ambito del Progetto, un gruppo di lavoro costituito da
esperti di fama internazionale ha prodotto un report scientifico curato dal coordinatore europeo, Emanuele Scafato, e da
Peter Anderson, consulente scientifico nel settore della ricerca alcol-correlata e autore dell'European Report on Alcohol che
ha generato la Strategia Comunitaria sull'Alcol oggi vigente. VINTAGE ha promosso una serie di survey negli Stati membri,
coinvolgendo oltre 400 esperti e referenti ufficiali delle strutture governative, non-governative, del settore
sociosanitario, della ricerca e della prevenzione.
Le considerazioni scientifiche
"VINTAGE - spiega Scafato, Direttore del Centro OMS per la Ricerca e la promozione della salute sull'alcol e Direttore dell'
Osservatorio nazionale ALCOL del CNESPS dell'Istituto Superiore di Sanità - consiste in un insieme di attività di revisione
della letteratura scientifica sulla tematica alcol e anziani e in attività di rilevazione di programmi, progetti e best
practice in tutta Europa. Gli esperti coinvolti hanno valutato le priorità da perseguire a livello europeo tramite azioni di
Public Health finalizzate a ridurre l'impatto alcol-correlato negli ultra 65enni". Gli interventi si rendono necessari a
fronte di un quadro poco confortante: su 89 realtà europee esaminate ed esperienze raccolte in Europa, in 53 hanno comunicato
l'assenza di qualunque attività di prevenzione su anziani e alcol mentre 21 buone pratiche sono state evidenziate e condivise
con la comunità scientifica e i policy makers". I risultati sono stati già valutati in Commissione Europea per la definizione
delle nuove, future strategie sull'alcol in Europa , già in fase di definizione e orientate e arricchite dai risultati
presentati dall'ISS in sede formale in Lussemburgo. "Il principale ostacolo alla definizione e implementazione di strategie
rivolte agli anziani - riassume Scafato - è stato chiaramente indicato nella mancanza di politiche sanitarie pubbliche
rivolte a strategie di prevenzione del consumo di alcol e dei problemi correlati negli anziani, nella scarsa conoscenza e
consapevolezza delle esigenze degli anziani in relazione ai problemi legati al consumo di alcol, nella mancanza di risorse
umane ed economiche, argomento quest'ultimo estremamente vincolante per la ricerca e per la prevenzione sia in Italia che
nella UE".
"La condizione dell'anziano rispetto all'alcol - prosegue Scafato - è caratterizzata da un'elevata vulnerabilità, dovuta a un
drastico mutamento fisiologico e metabolico che riduce a 12 grammi al giorno, all'incirca un bicchiere di una qualunque
bevanda alcolica, la capacità di demolizione dell'alcol assunto. Questo aspetto è spesso ignorato dall'anziano e poco noto e
ancor meno comunicato dal personale sanitario al paziente". "Numerose malattie - sottolinea l'esperto -, non solo epatiche o
gastroenterologiche, ma anche connesse alla presenza di un deficit cognitivo, oltre a una lista di ben 60 malattie indicate
dall'OMS tra cui dodici tipi di tumori maligni, rappresentano condizioni che sconsigliano l'assunzione di alcol, anche se in
quantità minima. Inoltre, il consumo di alcol andrebbe evitato in concomitanza con l'assunzione di farmaci comuni tra cui
antidolorifici, antibiotici, prodotti per l'insonnia e psicofarmaci".
Le priorità: il viewpoint "Alcol e anziani: il tempo di agire è ora!"
Nel numero di novembre dell'European Journal of Public Health sono illustrate le priorità da perseguire nel prossimo futuro,
in considerazione delle osservazioni avanzate dai governi di tutta Europa. "Alcohol in the elderly: the time to act is now!"
è il titolo del viewpoint del coordinatore di VINTAGE Emanuele Scafato. Di rilevante importanza l'aspetto economico e la
carenza di finanziamenti: "In una recente pubblicazione di Stukler sul British Medical Journal - ricorda il Direttore dell'
Osservatorio Nazionale Alcol del CNESPS - si afferma che la riduzione di 85 euro per persona di investimento in welfare
determinerà l'anno prossimo un l'incremento del 2,8 % della mortalità alcol correlata nella popolazione ed in particolare tra
gli anziani. Gli anziani sono spesso a vario titolo emarginati rispetto alle politiche e alle iniziative di prevenzione.
Invece bere meno o cessare di bere comporta a qualunque età un vantaggio per la salute". I risultati preliminari del Report
sulle best practice sono consultabili sul sito della Commissione Europea.
La Commissione Europea ha richiesto la presentazione dei risultati del progetto dell'ISS nel corso della riunione formale del
Committee on National Alcohol Policy and Action . In questi giorni, i risultati preliminari sono stati pubblicati sul sito
della DGSANCO