Il vero e il falso sull'alcol
Il vero e il falso sull'alcol
Oggi si chiamano ‘fake news’, termine internazionale e più moderno per definire le bufale, sempre pericolose per i messaggi fuorvianti, scorretti e pericolosi che veicolano, tanto più se si riferiscono alla salute. Falsi miti che possono riguardare anche l’alcol e il suo consumo, su cui una certezza c’è: assunto in proporzioni elevate e in maniera perdurante, è causa di seri danni per la salute generale, compreso il benessere psico-emotivo e cognitivo. Ecco, in sintesi, una serie di informazioni indispensabili su ciò che di vero e di falso si dice sull’alcol.
L’alcol non è un nutriente. VERO
L’alcol non rientra fra i sani alimenti della piramide alimentare. Nemmeno fra quelli ‘moderatamente’ consigliati e questo la dice lunga. Non è, infatti, una sostanza utile al funzionamento, mantenimento o preservazione della salubrità di organi e apparati, nè del benessere in generale, cui invece contribuisce il cibo buono e sano.
Less is better. VERO
Non è uno slogan, ‘meno è meglio’ è una raccomandazione condivisa da tutta la comunità scientifica. Non bere alcolici o ridurne al minimo il consumo protegge la salute di fegato, sistema nervoso centrale, cellule del cervello. Studi scientifici attestano che l’alcol aumenta le probabilità di sviluppo e rischio di cirrosi epatica, pancreatite, epilessia, demenza, fino a alimentare la possibile insorgenza di alcuni tumori, tra cui quelli della bocca, laringe, faringe, esofago e colon, anche del tumore al seno. L’alcol, ancora, potrebbe inibire anche la funzione sessuale con implicazioni sulla fertilità, causare disturbi del sonno, aumentare stati di ansia e depressione. Si stima che potrebbe essere (co)responsabile di oltre 200 patologie, senza considerare il fattore dipendenza, perché al pari della nicotina, l’alcol richiama altro alcol fino, nei casi estremi, ad avvertirne necessità fisiologica e ad arrivare all’assuefazione patologica.
L’alcol altera i comportamenti. VERO
Oltra alla salute, l’alcol arreca danno anche alla sicurezza personale e altrui. Vi è evidenza scientifica di una correlazione fra l’uso di alcol e lo sviluppo di comportamenti a rischio, dipendenti da stati di intossicazione acuta. Chi abusa di alcolici risulta statisticamente più vulnerabile nei confronti di rapporti sessuali a rischio o non desiderati, atti di violenza, infortuni sul lavoro e incidenti stradali. Riguardo a questi ultimi, dati recenti mostrano che in Europa la guida in stato d’ebbrezza è causa del 25% dei decessi fra i ragazzi di 15-29 anni, con una percentuale sensibilmente maggiore il sabato sera, e del 10% tra le ragazze di pari età. La legge impone che minori di 21 anni, neopatentati e professionisti del volante si mettano alla guida con zero grammi per litro di alcol nel sangue poiché anche un solo bicchiere di bevanda alcolica aumenta il rischio di provocare o essere vittima di incidenti dovuti a una incapacità di risposta, pronta e attiva, agli stimoli acustici, luminosi e spaziali. L’alcolemia, ovvero il livello di alcol nel sangue massimo consentito per mettersi alla guida, è pari a 0.5 g/l, dunque una concentrazione davvero molto bassa.
L’alcol nuoce anche ai bebè. VERO
Alle donne in gravidanza è vietata l’assunzione di bevande alcoliche poiché l’alcol, a qualunque tasso e percentuale, viene ‘bevuto’ anche dal feto attraverso il sangue, con sensibili danni sulla normale crescita intrauterina, in particolare sullo sviluppo cellulare e dei neuroni cerebrali. Non sono escluse neppure altre problematiche tra cui la ‘sindrome feto alcolica’, una grave malattia causata dal consumo di elevate quantità di alcol da parte delle mamma, che si manifesta nei primi anni di vita con gravi deficit cognitivi, della crescita, anomalie del cranio e del viso, disfunzioni del sistema nervoso centrale. Infine l’alcol, consumato in gravidanza una o più volte al giorno, si associa soprattutto nel secondo trimestre a un maggiore rischio di aborto.
Bere anche tanto ma occasionalmente non è dannoso. FALSO
Il binge drinking, ovvero il ‘bere fino all’ubriacarsi’ è un’abitudine in voga soprattutto fra i giovani e giovanissimi. Consiste nel consumare quantità di alcol superiori ai 6 bicchieri, a digiuno e in un arco temporale inferiore o limitato alle 2-3 ore. Il binge drinking, se protratto nel tempo, non solo abbassa notevolmente la percezione del rischio associato al bere smodato, ma progressivamente può portare all’intossicazione alcolica, fino al possibile coma etilico.
Dopo una certa età, l’alcol fa meno male. FALSO
L’alcol fa male anche agli anziani. Le quantità di alcol che vengono introiettate in età senior sono smaltire con più difficoltà dal fegato a causa di una limitata capacità a produrre enzimi depurativi, cui si associa anche una riduzione del contenuto totale di acqua presente nel corpo, utile allo smaltimento delle tossine.
Lo stile di vita sano compensa i danni dell’alcol. FALSO
La dieta corretta, sana equilibrata, varia e bilanciata, la regolare attività fisica e l’eliminazione del fumo non eliminano gli effetti dannosi dell’alcol. Ma, al contrario, l’uso di alcolici associato a dieta squilibrata, fumo o sedentarietà rappresenta un moltiplicatore di rischio.
L’alcol fa ingrassare. VERO
L’alcol apporta sette chilocalorie per grammo. Bevendo un bicchiere a pasto, che contiene circa 12 grammi di alcol, si arriva a 200 chilocalorie al giorno. Inoltre sono stati documentati effetti dell’alcol sui meccanismi regolatori del senso di sazietà e sul senso del gusto, per cui le persone che bevono paiono più portate a consumare alimenti calorici e a volte di scarsa qualità nutrizionale.
Non tutti reggono l’alcol allo stesso modo. VERO
Oltre alla quantità di alcol ingerita che rappresenta la prima discriminante, la risposta e lo smaltimento dell’alcol sono dipendenti dal sesso, età, etnia e caratteristiche personali. Il ‘sistema di smaltimento’, infatti, non funziona alla perfezione prima dei 21 anni, è totalmente inefficiente sino ai 16 anni e si riduce sensibilmente dopo i 65 anni. Inoltre le capacità di smaltimento sono dimezzate nella donna a tutte le età, rispetto all’uomo, esponendole a una maggiore vulnerabilità agli effetti dell’alcol.
L’alcol ha effetti diversi su uomini e donne. VERO
Le donne sono più sensibili e vulnerabili, sul piano fisiologico, di fronte agli effetti dell’alcol. Alcune malattie prettamente femminili, come il tumore al seno, hanno un nesso ormai dimostrato con il consumo di quantità anche moderate di alcolici. Inoltre, nella vita di una donna, esistono fasi particolarmente delicate, come la gravidanza e l’allattamento, in cui l’esclusione degli alcolici dalla dieta è necessaria per tutelare la salute del nascituro/neonato e il buon andamento della gravidanza.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://lines.it/lineslovesme/informare-e-prevenire/il-vero-e-il-falso-sull-alcol
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)