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Il Vinitaly stuzzica l'interesse dei francesi

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Il Vinitaly dedicato all'Italia stuzzica l'interesse dei francesi
Domenica a New York il presidente Napolitano stapperà «Una», la bottiglia dei 150 anni. Anche Formigoni contro l'«alcol-

zero»: «Il vino fa bene»
MILANO - Attenzione, arrivano i francesi. Il previsto arrivo di una delegazione d'oltralpe mai così numerosa - una

cinquantina di persone, ufficialmente per partecipare ad un convegno - ha fatto drizzare le antenne agli organizzatori di

Vinitaly. La kermesse del vino, che il prossimo 7 aprile inaugura la sua 45esima edizione, è stata sempre snobbata dai

produttori transalpini, di casa al VinExpo di Bordeaux. Ma forse le cose stanno cambiando. L'Italia, per esempio, ha appena

scippato alla Francia dello champagne il primato nella produzione di bollicine. E a Vinitaly hanno subito colto l'occasione

di lanciare «Sparkling Italy», una degustazione dei migliori vini frizzanti nostrani che si terrà tra i padiglioni 10 e 11.

Vinitaly, insomma, vuole continuare ad essere sul pezzo e non solo dal punto di vista strettamente vitivinicolo.
Domenica, a New York, sarà il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a stappare la prima delle 6.800 bottiglie

numerate dedicate ai 150 anni dell'Unità d'Italia: si chiama «Una» e contiene un vino inedito (in due versioni: bianco e

rosso, ma non sarà in commercio) realizzato con la miscela di venti vitigni diversi, uno per ogni regione italiana, «testata»

da un gruppo di enologi di fama, capeggiati da Renzo Cotarella. «È un gesto che vuole coinvolgere anche i nostri connazionali

all'estero e sottolineare come il vino italiano rappresenti uno straordinario veicolo di promozione del made in Italy»,

spiega il presidente di Verona- Fiere, Ettore Riello. Su questo fronte, Vinitaly è ormai un appuntamento imperdibile per

produttori, compratori e appassionati che quest'anno troveranno pure il nuovo parcheggio da 2.160 posti nell'ex mercato

ortofrutticolo: Continua a scommettere sulla rassegna veronese anche la Lombardia. Ieri a Milano al 31esimo piano del

Pirellone - sede della giunta regionale (dove si è tenuta la prima, ormai tradizionale, presentazione dell'evento) - il

governatore Roberto Formigoni ha sottolineato le aspettative dei produttori lombardi «che si preparano a calcare il

palcoscenico della più importante vetrina italiana del settore vitivinicolo».
«Vinitaly è la cornice ideale, catalizza attenzione di tutto il mondo», ha rimarcato l'assessore lombardo all'Agricoltura

Giulio De Capitani. Il padiglione della Lombardia, che ospiterà 200 aziende e 14 consorzi di tutela, è in espansione, così

come lo è, nel suo complesso, Vinitaly. «Gli spazi saranno tutti occupati - ha rimarcato il direttore di VeronaFiere,

Giovanni Mantovani - ci saranno 4000 espositori su più di 92mila metri quadri di superficie espositiva». Si punta a

migliorare i numeri già importanti del 2010, quando furono 153mila i visitatori, quasi un terzo (il 31 per cento) dall'

estero. Se è vero quanto dice Formigoni che «nel bicchiere c'è molto di più del vino », è proprio quel che c'è nel vino - l'

alcol - che ha portato l'inasprimento di limiti e sanzioni per chi beve e poi guida. Il consumo ne ha risentito, sceso sotto

i 40 litri pro capite. «Andrebbe fatta grande battaglia di correttezza e onestà intellettuale sulla frontiera dell'alcol zero

- ha detto Riello - Se la soglia è un bicchiere e mezzo di vino, significa voler colpire il buon padre di famiglia, che beve

un bicchiere a tavola. Ci vuole un limite giusto, senza che ci sia attribuzione criminosa». Alla battaglia, già fatta propria

dal governatore veneto Luca Zaia, si aggiunge ora anche il collega Formigoni: «Mi sto preparando per correre la Stramilano,

mi hanno consigliato di bere ogni sera un bel bicchiere di vino. Lombardo, ovviamente ».
Alessio Corazza