Il vino in Italia, tra astemi e consumatori a rischio
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Chi sceglie di non bere e chi si "sballa": aumentano gli astemi in Italia, ma 8,5 milioni di persone sono a rischio
abuso. C'è una battaliga culturale da compiere, perchè il vino è un elemento vivo della nostra cultura.
Consumo e abuso, due parole tanto distanti tra loro. Così come sempre più distante è la forbice, in Italia, tra chi sceglie
un consumo consapevole e chi l'abuso. Molto c'è ancora da fare per promuovere una cultura di consapevolezza, da applicare al
gusto di bere un buon calice. Lo dice un'indagine europea sul 2009: in Italia calano i consumi interni - scesi a 40 litri pro
capite negli ultimi 30 anni - e aumenta chi non beve vino, dato che, secondo lo studio Ue, siamo il Paese "più astemio" d'
Europa. Attenzione, non è un dato positivo, perché significa che non passa il concetto che il vino è un alimento, mentre si
diffonde l'idea che l'astensione sia il rimedio contro l'eccesso. È una falla culturale.
Un fenomeno non scollegato da quello opposto - l'eccesso - se la relazione annuale sul consumo di alcool, stilata dal
Ministero della Salute, parla di 8,5 milioni di italiani a rischio abuso, specie i ragazzi al di sotto dei 16 anni (il 18,5%
dei ragazzi e il 15,5% delle ragazze), attratti dal consumo fuori dai pasti e dal "binge drinking", ma anche 3 milioni di
anziani. Si tratta di una spia evidente del disinserimento del vino dalla sfera culturale. Un'abitudine, quella di consumare
alcool e vino al di fuori dei pasti, che, nel 2009, ha riguardato 13,5 milioni di persone, il 25,4% della popolazione sopra
gli 11 anni, e che è in costante aumento negli ultimi 10 anni (+23,6% per le sole donne).
Non a caso la relazione evidenzia "l'avvenuto passaggio a nuovi comportamenti e abitudini che segnano un allontanamento dal
tradizionale modello di consumo mediterraneo", sottolineando implicitamente che il modello di riferimento sembra guardare in
direzione dei Paesi Nord-europei. È qui la battaglia da compiere.
Focus - Gli effetti del vino sulla guida
Consapevolezza significa anche sapere quali effetti ha l'alcol sul fisico, per imparare come godere del piacere del vino
senza mettere a rischio la propria salute. È interessante - in quest'ottica - la tabella elaborata dall'Organizzazione
Mondiale della Sanità: non una fredda passerella di numeri, ma la spiegazione, semplice e chiara, degli effetti che,
mediamente, producono un certo numero di bicchieri di vino sull'organismo, utili soprattutto per capire quali rischi si
corrono mettendosi alla guida.
1 bicchiere di vino (0,2 grammi di alcol nel sangue): difficoltà a focalizzare l'attenzione in caso di più situazioni in
contemporanea. La capacità di reazione comincia a rallentare.
2 bicchieri di vino (0,4 grammi di alcol nel sangue): diminuzione della capacità di reazione e della resistenza visiva all'
abbagliamento. Riduzione del campo visivo laterale.
4 bicchieri di vino (0,8 grammi di alcol nel sangue): calo importante dell'attenzione Alterazione della capacità di
valutazione delle distanze.
5 bicchieri di vino (1 grammo di alcol nel sangue): lo stato eccessivo di euforia impedisce di valutare in modo prudente i
pericoli e la velocità degli oggetti.
8 bicchieri di vino (1,6 grammi di alcol nel sangue): incapacità di controllare la velocità. Mancanza di coordinazione nei
movimenti: si accelera invece di frenare e viceversa.
Ovviamente la tabella è indicativa, dato che gli effetti possono variare da persona a persona in base a variabili come l'età,
il sesso o la massa corporea, ma è utile avere dei parametri sui quali "tarare" i propri limiti personali. La consapevolezza
si può misurare anche su questo ...