Il vino secondo Cesare Lombroso
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A Torino, un libro mette in scena il legame tra il nettare di bacco e il famoso antropologo
Torino - L'anno 2009 ha celebrato il centenario della morte di Cesare Lombroso, lo studioso italiano più noto a livello internazionale della seconda metà dell'Ottocento, che si spense proprio nella capitale sabauda. Proprio allo scienziato, che fu antropologo e criminologo, è dedicato il libro "Il vino nel delitto. Da Lombroso al bere consapevole", inserito nella collana "Torino, città capitale del vino", curata da Maria Luisa Alberico. Il volume, edito da DonnEdizioni, casa editrice di Donna Sommelier (www.donnasommelier.it) sarà presentato il 17 dicembre (ore 18 - Piazza Castello, 9), con la partecipazione di Sergio Miravalle, presidente dell'Ordine di Giornalisti, Ugo Volli, Università di Torino - Facoltà di Scienze della comunicazione, Massimo Centini, antropologo ed autore della prefazione, Maria Luisa Alberico, editore, e Renato Rizzo, giornalista e docente universitario.
L'editore ha così voluto rendere omaggio a Cesare Lombroso inserendo, unitamente al testo della conferenza tenuta a Torino dallo scienziato, anche la documentata prefazione dell'antropologo Massimo Centini ed alcune ulteriori note che inquadrano l'attualità del tema, scongiurando una demonizzazione dell'uso del vino ed auspicando invece adeguate campagne educative. Il pressoché inedito saggio "Il vino nel delitto" viene pertanto esplorato ed arricchito di un prezioso contributo che innesca interrogativi di grande attualità, legati all'uso consapevole del vino.
L'intervento di Lombroso si caratterizzò, tra gli altri, per l'accento posto quasi esclusivamente ai danni causati dall'abuso di alcol e per il comportamento delinquenziale che l'alcolismo innescava. L'autore, al contrario, ignorava e trascurava nel suo saggio gli aspetti di convivialità, benessere, salute e piacevolezza che in giusta misura sono insiti in quella che possiamo definire la più completa ed evocativa bevanda che connota la nostra storia occidentale.