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Il vino è slow, la birra è fast: a confronto stili di vita e di consumo

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Dimmi come bevi e ti dirò chi sei. Ad esempio, chi preferisce il vino alla birra per pasteggiare o per consumare un aperitivo o uno spezza-appetito tradisce con la sua scelta caratteristiche psicologiche molto diverse da quelle dei "birraioli", alle quali spesso è associato un ben preciso stile di vita e di socialità. Detto in estrema sintesi, si può affermare che il vino è slow, mentre la birra è fast. In effetti, le due bevande esprimono linee di carattere molto differenti, associate a vissuti ben precisi e a modi stare insieme con caratteristiche proprie.
A dividere in due categorie psicologiche diverse il consumo di alcolici è stata Maria Paola Graziani, psicologa dell'Istituto di scienze dell'alimentazione (Isa) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Avellino, nel cui ambito è inserita una Unità di analisi sensoriale e consumer science, dove si studiano aspetti legati ai comportamenti dei consumatori e alla percezione dei sensi. "Gli indicatori nazionali - spiega Graziani - ci dicono che l'aumento della diffusione del consumo di alcolici riguarda nuovi consumatori, in particolare donne e giovani, confermando un fenomeno emerso anche nelle nostre ricerche: le giovani oggi hanno inserito l'aperitivo alcolico nei loro consumi". Le ragazze, insomma, precisa l'esperta, alternano a comportamenti alimentari salutistici, come consumare più verdura e più frutta, altre abitudini di segno opposto, con un incremento nel consumo di fumo e di alcol. Insomma, spiega l'esperta "in molti casi ciò che vuole apparire 'salutare' è in realtà più in generale adesione a un modello sociale che ha erroneamente tradotto la magrezza in salute".
Tra i giovani è proprio la birra a dominare, soprattutto nella fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni, in cui è particolarmente elevato l'aumento dei consumi della bevanda bionda a scapito del vino. "La birra fa gruppo - ha precisato Graziani - perché è la bevanda che nel Mediterraneo è rappresentativa di un target giovane. I locali dove si serve sono essenzialmente riservati ai giovani: sono luoghi in cui non si servono pasti ma solo 'fuori pasto', che l'odierna destrutturazione di pranzi e cene ha reso molto frequenti".
Insomma, l'atmosfera è esattamente opposta a quella "soft" e più lenta che si respira nei wine bar, i locali importati dalla cultura anglosassone che hanno raccolto e in qualche modo recuperato l'eredità delle vecchie osterie. Non ci sono comunque dubbi sul fatto che la cultura del vino, con i riti che ad essa si accompagnano, sia il simbolo del passaggio a un modo di vivere più adulto e pacato. Insomma, è la bevanda di chi trova il suo piacere nell'assaporare, non nell'ingoiare qualcosa e uscire.
La scelta tra vino e birra non è determinata solo dal fattore età. "E' bene sottolineare che il consumo di vino ha costi più elevati della birra, quindi è raramente alla portata di un giovane". Anche se non si tratta solo di atmosfere e di ritrovi. Vino e birra dividono idealmente i consumatori tra la "nostalgia del passato", con i valori legati all'attenzione per la tradizione, il territorio, il "naturale", e il modello più anglofilo di stampo "fast", a base di supermercati, centri commerciali, ritmi più sostenuti se non addirittura frenetici. Eppure, precisa Graziani, "le ragazze che oggi frequentano i pub per bere birra con i coetanei sono le stesse che fra pochi anni entreranno, rigorosamente accompagnate, nei wine bar dove ritroveranno l'antidoto "lento" alla vita 'fast'".