Imola, allarme alcol: "Tra i giovani diffuso il consumo di gruppo"
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Imola, allarme alcol: "Tra i giovani diffuso il consumo di gruppo"
IMOLA - Dal 2001, su iniziativa della Società italiana di alcologia (Sia) e della Associazione italiana Club degli Alcolisti
in Trattamento (Aicat), aprile è il mese della prevenzione alcologica.Un appuntamento fondamentale, che stimola in tutto il
paese l'informazione e la sensibilizzazione sulle conseguenze dell'uso di alcol, una sostanza tossica che, in qualsiasi
quantità, è causa diretta di malattia, e grave fattore di rischio per incidenti stradali, sul lavoro e domestici.
"Il fenomeno alcol è sempre più complesso - spiega Lucia Galli, psichiatra responsabile del settore alcologico dell'Unità
Operativa Dipendenze Patologiche dell'Ausl di Imola -. I forti bevitori di vino sono in calo, mentre sta aumentando il
consumo di birra, super-alcolici ed aperitivi, soprattutto fra le donne ed i giovanissimi. Fra i ragazzi si è diffusa una
modalità di consumo dell'alcol condivisa dal gruppo di appartenenza e finalizzata ad aumentare il divertimento (uso
ricreativo) e le performances (uso prestazionale). L'alcol è visto come un mezzo di socializzazione, risponde ad un bisogno
di realizzazione adulta ed è, a volte, utilizzato per trasgredire, superare i limiti. Assistiamo inoltre alla tendenza fra i
giovani a consumare alcol per la ricerca dello stordimento (binge drinking), e a volte in associazione o come porta di
ingresso ad altre sostanze, come la cocaina o l'ecstasy".
"Purtroppo - continua la dottoressa Galli - la cultura del bere trova un potente alleato nei media, che propongono il consumo
di alcol associandolo a immagini di persone vincenti. L'abuso di alcol per le nuove generazioni, è un nemico più subdolo
rispetto alle droghe perché non viene percepito come pericoloso, e la sottostima del rischio, troppo spesso
anche da parte degli adulti, porta a liquidare come inevitabili incidenti di percorso, episodi che dovrebbero invece essere
considerati veri e propri campanelli di allarme, come finire al Pronto Soccorso o essere fermati per guida in stato di
ebbrezza. Se è vero che repressione e campagne moralistiche servono a ben poco, è anche vero che noi adulti dobbiamo mettere
in discussione il nostro stile di consumo e adottare comportamenti coerenti. È inutile dire ai nostri ragazzi che bere fa
male, e poi essere i primi a metterci alla guida dopo qualche bicchiere di troppo. Capacità di ascolto e coinvolgimento nella
vita dei propri figli, legami familiari forti e positivi, monitoraggio dei comportamenti dei ragazzi e delle attività che
conducono con i coetanei, regole di condotta chiare che la famiglia fa rispettare, successo scolastico e forte legame con le
istituzioni, sono alcuni dei fondamentali fattori protettivi contro l'abuso di alcol".
Chi sono i consumatori a rischio
Secondo le Linee Guida nazionali per una sana alimentazione, che recepiscono le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale di
Sanità, sono da considerare consumatori a rischio i maschi che superano un consumo quotidiano di 40 grammi di alcol contenuti
in una qualsiasi bevanda alcolica (2-3 unità alcoliche standard) e le femmine che superano un consumo quotidiano di 20 grammi
(1-2 unità alcoliche standard). A queste categorie di popolazione a rischio si aggiungono i soggetti da considerare a rischio
anche con consumi più moderati, come anziani, giovani tra i 16 ed i 18 anni (ai quali si raccomanda di non superare una Unità
Alcolica (UA) al giorno) ed adolescenti al di sotto dell'età legale (16 anni) per cui si consiglia l'astensione da qualsiasi
tipo di consumo. Per tutti inoltre si raccomanda di non concentrare grandi quantità di alcol in un arco di tempo limitato
(binge drinking).