Imola e dintorni, dilaga la piaga dell'alcolismo: i casi sono in aumento del 12%
Imola e dintorni, dilaga la piaga dell’alcolismo: i casi sono in aumento del 12%
NEL TERRITORIO imolese, il livello di alcolismo cresce sempre di più. Lo dicono i dati del'Osservatorio epidemiologico
metropolitano delle dipendenze patologiche dell'Ausl di Bologna, e quelli dell'Ausl di Imola, secondo i quali, dal 2006 al
2008, i casi di dipendenza da alcol nel Circondario imolese sono aumentati del 12%. Si tratta di un vero e proprio boom,
evidente soprattutto se si confrontano i dati con quelli sulla tossicodipendenza, che nello stesso periodo sono aumentati
solo dello 0,4%. Complessivamente, il Sert di Imola ha in carico 363 alcolisti su un totale di 1.516 di tutta la provincia di
Bologna: una fetta pari al 24% del dato provinciale. Per quanto riguarda le tossicodipendenze, invece, il Sert di Imola segue
l'11% dei casi della provincia, cioè 445 casi su 4.118.
«LA SITUAZIONE imolese sull'alcolismo è la peggiore della provincia», osserva il consigliere comunale Giuseppe Palazzolo (Per
Imola), che ieri mattina è intervenuto nella commissione Sanità e Servizi sociali in cui è stato presentato il Piano
attuativo 2010. «E' paradossale che con una situazione di questo tipo, per le dipendenze il Piano preveda soltanto 159.870
euro di risorse».
Nel Circondario imolese, la spesa prevista per il programma attuativo 2010 supera i 50 milioni di euro. Di questi, più della
metà (28 milioni circa) sono destinati agli anziani, 11 milioni per l'infanzia e l'adolescenza, sei milioni per i disabili,
un milione per la salute mentale, 175.000 euro per gli immigrati, e appunto 159.870 per le dipendenze.
IL BOOM dell'alcolismo, secondo la presidente della commissione Sanità del Comune, Carla Govoni (Partito democratico),
potrebbe essere spiegato col fatto che a Imola «ci sono più strutture di accoglienza e più riconoscibili». Quindi, in realtà,
sarebbe maggiore il numero di alcolisti che si fa assistere. In ogni caso, il tema delle dipendenze, come fa sapere la
presidente, sarà oggetto di un approfondimento nella prossima seduta di commissione. Per ora, infatti, «sono dati sterili,
per capirli bisogna entrare nel merito». E per quanto riguarda le risorse assegnate alle dipendenze, Govoni precisa che «a
questi fondi, che sono distribuiti dal Circondario, vanno sommati quelli dell'Azienda sanitaria».