In che mani abbiamo messo la nostra salute
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È ormai nota la presa di posizione dell'oculista che raccomanda di mangiare grassi prima dei quattro bicchieri "salva patente" ma a questa si aggiunge la chicca dell'insegnante di chimica (sic) che spara tutta una serie di fandonie su alimentazione, bioflavonoidi e quant'altro con lo scopo di affermare che il vino va bevuto senza tanti problemi. Che preoccupa è il fatto che questo signore scrive su una rivista edita dall'Assessorato alle politiche agricole ( Terra trentina n° 9 alla pagina 43 ). Sorge inquietante una domanda: in che mani siamo ? Da una parte la Sanità pubblica che non muove un dito per riprendere l'oculista, dall'altra la Politica che affida al chimico la salute dei cittadini. Aspettiamo che il prossimo numero contenga consigli da parte di un dermatologo .Non è detto che anche la pelle possa trarre giovamento da qualche bicchiere. Ovviamente sempre dopo tre o quattro salami freschi e due fettine di lardo.
E anche l'Assessore alle Politiche Agricole tace, tutti tacciono. L'ordine dei medici, il direttore dell'Azienda Sanitaria, politici e Sindaci. L'Oms sostanzia i suoi consigli sulla base di evidenze scientifiche inopinabili e chiunque può essere "diffusore" di tali principi. Chi si pone in contraddizione invece, deve assumersi le responsabilità del caso ed avere almeno la statura per poterlo fare perché il rischio di produrre seguaci e creduloni è altissimo. Sono in molti a seguire i consigli se questi difendono comportamenti radicati e inamovibili. Chi consuma alcolici si sentirà difeso e supportato. Intanto aspettiamo che il politico dia ordini alla Direzione Cura dell'Azienda Sanitaria e viceversa ma mi pare che nessuno abbia il coraggio di fare qualche passo in tal senso. E mentre Assessori e Direttori dormono sonni tranquilli ascoltiamo le bufale del primo che passa. C'è da chiedersi se esista il buon senso, l'etica, un briciolo di intelligenza sociale, se esista ancora la censura o la denuncia per certe affermazioni che minacciano salute e benessere. Poi sono i giovani a non avere principi e ideali, sono i giovani a bere e a deviare...
Osserviamo bene da dove proviene ogni sostegno al bere, ogni promozione, ogni invenzione, ogni supporto al facile consumo. Certo, dagli adulti e solo da loro perché tutto gira intorno a interessi economici camuffati da opinabili ricordi del passato, da una cultura del bere di qualità, da bioflavonoidi e da resveratrolo o da salami e lardo capaci di difenderci da infarti e alcoltest. Un gioco al massacro dove chi perde è sempre chi beve, dove l'ultimo dei pensieri è la salute del cittadino, dove solo l'epidemia dell'influenza risveglia politici e sanitari che dormono creando solo panico e disorientamento. Del problema alcol non gliene frega niente a nessuno. Fino a quando?
Franco Baldo Servitore - Insegnante di Club Apcat Trentino- Centro Studi