Inchiesta sulla cocaina: presente nell'83% dei crimini violenti
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Roma - C'e' un ''nesso inquietante'' tra la cocaina e i crimini violenti. E' quanto emerge da un'inchiesta del mensile ''Focus'',in edicola a partire da questa settimana. La cocaina appare infatti sulla scena dei piu' eclatanti casi di cronaca degli ultimi anni. Ecco solo alcuni esempi: la strage di Novi Ligure (2001), l'omicidio di Meredith Kercher a Perugia (2007), l'assassinio del piccolo Alessandro, di soli 18 mesi, a Genova, nel marzo di quest'anno.
Per far luce sul nesso tra droga e violenza, il mensile riporta i dati di una ricerca inglese condotta dalla polizia di Manchester, che analizza i dati dei crimini violenti commessi nel 2009: nell'83% dei casi i colpevoli hanno agito sotto effetto di stupefacenti. A cio' si aggiunge un ulteriore dato: ben il 5% degli studenti italiani fra i 15 e i 16 anni e' un consumatore di cocaina.
La cocaina provoca un aumento della dopamina all'interno del cervello: la dopamina e' una sostanza che agisce anche nelle aree della corteccia cerebrale che governano le reazioni aggressive (corteccia mesolimbica e mesocorticale).
Un aumento della dopamina in quelle aree accrescerebbe di fatto la possibilita' di reazioni violente: questo spiega, per esempio, le crisi di paranoia di cui sono affetti i cocainomani.
Secondo Fabrizio Schifano, primario di psichiatria delle dipendenze e ordinario di Farmacologia clinica e terapia alla University of Hertfordshire (Londra), ''i cocainomani si sentono perseguitati. In pratica la cocaina puo' indurre chimicamente una crisi di schizofrenia paranoide molto aggressiva e disinibita''.
In altre parole, continua Schifano, ''un cocainomane potrebbe aggredire con violenza un'altra persona perche' vede in lui o in lei un persecutore.
E non si pensi che l'effetto si estingua in breve tempo: in soggetti vulnerabili, le psicosi indotte da cocaina possono durare anche settimane o mesi dopo la sospensione dell'abuso''.
Inoltre, da qualche tempo, i nuclei anti-droga hanno scoperto la presenza di una nuova sostanza nella cocaina: il Levamisolo. Si tratta di un farmaco antiparassitario, utilizzato negli allevamenti animali. A quanto risulta a Focus, il Levamisolo agirebbe sul cervello umano favorendo la circolazione della dopamina: in pratica, la dopamina resterebbe a disposizione dell'organismo piu' a lungo, aumentando cosi' il piacere e la durata della ''dose''.
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