Incidenti sul lavoro e uso di alcol: guida alla prevenzione
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Domenico Berritto (consulente Claai per la sicurezza aziendale)
Una percentuale compresa tra il 4 e il 20% di tutti gli incidenti che capitano sui luoghi di lavoro, risulta correlata con
l'alcol. Ciò significa che dei 940 mila infortuni segnalati, tra i 37 mila e i 188 mila trovano la loro causa nell'uso e
abuso di alcol.
L'Italia ha il poco invidiabile primato di essere, tra i paesi industrializzati, quello che meno si è impegnato nel contrasto
all'alcol sul luogo di lavoro.
Nel 2001 la legge n. 125 (legge quadro in materia di alcol e problemi alcolcorrelati) aveva previsto all'art. 15 il "divieto
di assunzione e somministrazione" di alcol durante l'attività lavorativa, rimandando però ad un successivo atto
l'individuazione delle categorie lavorative interessate. Solo con il successivo Provvedimento 2540 del 2006 il Legislatore
andò ad indicare le attività che comportano un elevato rischio di infortuni o per la sicurezza, l'incolumità o la salute di
terzi. Quasi contemporaneamente arrivò anche un provvedimento per quanto riguarda l'abuso di droghe, che stabilì precisi
obblighi per le categorie interessate che però,a sorpresa, non coincisero con quelle previste per l'abuso di alcol.
Esiste un lungo elenco di attività lavorative in cui è raccomandata l'astensione da bevande alcoliche ma, in generale, è
importante ricordare che laddove è richiesta concentrazione e attenzione o è previsto l'uso di macchinari e veicoli, il
consumo di alcol deve essere azzerato.
Il D.Lgs. 81/2008 con la successiva modifica introdotta dal D.Lgs. 106/2009 ha modificato profondamente il quadro normativo
precedente. Oggi infatti l'obbligo per i lavoratori di sottoporsi al controllo alcolimetrico deriva non solo dalla Legge
125/2001 ma anche e soprattutto dal combinato disposto degli art. 41 comma 4 e 20 comma 2 del D.Lgs. 81/08 ed è oggi
sanzionato penalmente. Dunque, al momento, ogni azienda per quanto riguarda il problema dell'alcol, dovrà affrontare sia il
contrasto dell'uso/abuso di alcol sia il problema della dipendenza.
E', inoltre, utile sapere che la velocità con cui il fegato elimina l'alcol, si aggira su una media di un bicchiere all'ora.
Quindi, chi lavora deve necessariamente aspettare almeno un'ora, dopo aver bevuto un bicchiere, per riprendere a lavorare. "
anche vero, tuttavia, che alcune professioni possono favorire il consumo di bevande alcoliche, quali quelle che comportano
prolungati sforzi fisici, quelle che prevedono frequenti spostamenti o incontri, i lavori monotoni e poco creativi, o quelli
che comportano l'esposizione a polveri o fumi.
A tal proposito, è stato dimostrato che l'interazione dell'alcol con alcune sostanze chimiche può alzare il rischio di
malattie professionali.
Un primo atto di contrasto all'assunzione, anche occasionale, di alcol che spetta al Datore di lavoro è rendere effettivo ed
evidente a tutti i lavoratori il divieto di assunzione di alcol, nonché la somministrazione (in particolare nelle mense
aziendali, nei distributori automatici in azienda, ecc.).
Secondo intervento ipotizzabile è senz'altro la sensibilizzazione ed il coinvolgimento di tutto il personale attraverso la
formazione ed informazione sul tema specifico, in particolare alle categorie lavorative "sensibili" ma più in generale a
tutti i lavoratori.
Infine, controlli alcolimetrici svolti a sorpresa su tutti i lavoratori impegnati in mansioni a rischio, nonché indicare ai
lavoratori, con il supporto del Medico competente, la possibilità di rivolgersi ai servizi territoriali di recupero e
disintossicazione senza subire per questo alcun tipo di pregiudizio per la propria attività svolta.
Per maggiori chiarimenti in merito agli obblighi previsti dal D.Lgs. 81/08 Domenico Berritto riceve c/o la sede CLAAI di
Napoli, il martedì ed il venerdì dalle 16.00 alle 19.00 previo appuntamento.