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Indagare il consumo di alcol con i Social Network. Un nuovo modo di fare ricerca?

Indagare il consumo di alcol con i Social Network. Un nuovo modo di fare ricerca?

INDAGARE IL CONSUMO DI ALCOL CON I SOCIAL NETWORK. UNNUOVO MODO DI FARE RICERCA?
C. Zulli, A. Federico, L. Gaeta, A. Del Prete, M. Dallio, M. Romano, C. Loguercio*


Introduzione
Il consumo di alcol da parte degli adolescenti e giovani adulti
rappresenta una problematica di elevato impatto sanitario e di notevole interesse sociale (Reavley J.N. e coll., 2011; Hibell B. e coll., 2009). Se protratto nel tempo può causare l’insorgenza di patologie croniche e molto spesso si associa ad altri comportamenti a rischio per la salute (Hingson RW e coll., 2009; Windle M., 2003; Lee J.A. e coll., 1997).


La modalità di consumo alcolico più frequente tra i giovani è il “binge drinking” (Parada M. e coll., 2011), termine anglo-sassone che indica un consumo di cinque o più bevande in un lasso di tempo breve, come ad esempio in una singola uscita serale (Wechsler H. e coll., 2001).

Il binge drinking rappresenta una modalità di consumo di alcol particolarmente rischiosa in quanto risulta associata a un terzo circa di tutti gli incidenti stradali mortali che si verificano tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 20 anni.


Di solito questa “cattiva abitudine” del bere si acquisisce durante l’adolescenza (Stolle M. e coll., 2006; Stolle M. e coll., 2007) ed è particolarmente diffusa in alcuni paesi come gli Stati Uniti, dove interessa quasi il 90% degli adolescenti consumatori di alcol (Hibell B. e coll., 2009).


L’Italia è sempre stata considerata un paese in cui l’alcol, principalmente il vino rosso, viene consumato durante i pasti (Pyörälä E., 1990; ISTAT (Istituto Centrale di Statistica), 2010). Attualmente, invece, nel nostro paese si sta verificando un’inversione di tendenza a causa dell’aumento significativo del binge drinking specialmente tra i giovani (WHO Global Information System on Alcohol and Health (GISAH), 2009).

Recentemente due indagini su scala nazionale condotte rispettivamente da ISTAT (ISTAT (Istituto Centrale di Statistica), 2009) e DOXA (DOXA, 2003) hanno raccolto un gran numero di dati sulla diffusione e sulle modalità di consumo di alcol tra i giovani.
Questi studi però sembrerebbero presentare alcune limitazioni.


I risultati ISTAT, infatti, si basano su un questionario inviato agli italiani al proprio domicilio e quindi compilato all’interno del nucleo familiare. Questa modalità di intervista ha il rischio di sottostimare il fenomeno a causa della probabile inibizione psicologica derivante dal contesto familiare, oltre che dall’assenza di un controllo diretto della correttezza della risposta fornita.


L’indagine DOXA diversamente si basa su un’intervista proposta direttamente ai giovani da un esaminatore esperto. La presenza di una figura sconosciuta, la vergogna di affrontare un argomento così delicato e le caratteristiche del contesto in cui tale questionario viene somministrato sono aspetti che possono influenzare in modo significativo i risultati ottenuti.


Altre indagini volte ad indagare il consumo di alcol tra gli adolescenti sono state proposte agli studenti direttamente nelle scuole, ma in questi casi i risultati potrebbero essere stati influenzati dalle caratteristiche del campione (Donato et al., 1995; Limina et al., 2010).
In ogni caso, il coinvolgimento in un progetto di ricerca nel campo della salute pubblica ed il successivo seguimento dei partecipanti, specialmente quando questi siano soggetti giovani o adolescenti, risulta particolarmente arduo e necessita di uno sviluppo del progetto attento e dettagliato per cercare di massimizzare la partecipazione di queste fasce d’età in queste tipologie di indagine (Jones et al.,2011).


I social networks, come ad esempio Facebook™, rappresentano potenziali strumenti per raggiungere e coinvolgere i giovani con facilità.
Circa 600 milioni di persone in tutto il mondo utilizzano i Social Networks quotidianamente ed il nostro paese è al nono posto nel mondo per numero di utenti Facebook (Internet World Stats, 2012). Infatti, in Italia il 25% della popolazione utilizza correntemente Facebook™ e circa il 50% degli utenti ha un’età compresa tra i 17 e i 32 anni (Infostatistics, 2012).


Dalle analisi sulla frequentazione di siti di social networking come MySpace o Facebook™ è emerso che la visita di questi siti rappresenta la principale attività informatica svolta dagli adolescenti di età compresa tra gli 8 e i 18 anni, con una media di 22 minuti al giorno trascorsi alla consultazione. Tra i giovani, in una giornata tipo il 40% visita almeno una volta al giorno un Social Network, con un tempo medio trascorso su questi siti di circa un’ora.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare su "Mission" 41/2014 al seguente link: http://www.federserd.it/periodico/mission41.pdf


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)