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Indagine Assobirra-Sigo: il 20% delle donne non rinuncia a birra e alcolici in gravidanza

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Il 20% delle donne non rinuncia a birra e alcool in gravidanza: rischi per il feto

ROMA - In Italia, oltre 560 mila donne ogni anno diventano madri. Il 20% di loro non rinuncia del tutto all'alcol durante la gravidanza, esponendo il bambino al rischio di malformazioni e patologia. È quanto rivela un'indagine presentata, nel giorno della festa della donna, in occasione del lancio della seconda edizione della campagna "Se aspetti un bambino, l'alcol può attendere" realizzata da Assobirra e Sigo (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia).
Dai dati è emerso che 8 donne su 10 non bevono o smettono di bere alcolici appena apprendono della gravidanza, il 17% riduce i consumi ma non li elimina del tutto, mentre un 4% mantiene le stesse abitudini pre-gravidanza. Questo comportamento a rischio aumenta se si considera solo il campione delle under 30. Tra i 25 e i 30 anni, il 7% delle future mamme non smette di bere e tra i 18 e i 24 anni, questa percentuale sale al 12%.
«Il feto non ha difese rispetto all'alcol assunto dalla madre - afferma Nicola Surico, presidente della Sigo - e l'alcol può interferire con lo sviluppo del bambino, provocando danni permanenti e irreversibili, come anomalie della crescita, ritardo mentale e alterazioni somatiche». Si tratta delle Fas (sindromi fetali alcoliche) e Fasd (disordini collegati all'uso dell'alcol in gravidanza).
«La scelta più sicura - aggiunge Alberto Frausin, presidente di Assobirra - è astenersi dal bere alcolici, anche perchè la scienza non è ancora riuscita ad individuare il livello di consumo di alcol al di sotto del quale si può bere senza rischi, per la madre e per il bambino».


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)