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Indagine sulla salute femminile: donne italiane promosse, ma attenzione a fumo, alcol e pigrizia

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Donne italiane promosse in salute, ma si può fare di più

Fra le più attente a controlli e prevenzione per sé e la propria famiglia, "peccano" in pigrizia e amano fumo e alcol

Sono più attente degli uomini quando si tratta di fare controlli e sono il vero "medico in famiglia", perché curano mariti, figli, genitori e suoceri occupandosi della salute di tutti. Ma le donne italiane devono ancora imparare a volersi bene mettendo in pratica le sane regole per prevenire le più comuni malattie: rispetto agli uomini infatti sono più pigre e tendono ad avere maggiori difficoltà ad abbandonare sigarette e alcol.

INDAGINE - Lo rivela un'indagine dell'Osservatorio Salute AstraZeneca in collaborazione con ISPO, condotta su circa 800 italiani e replicata in termini analoghi anche in Spagna, Germania, Regno Unito e Svezia. Il primo dato che salta all'occhio è l'attenzione alla prevenzione, ritenuta indispensabile dal 72 per cento delle donne contro il 63 per cento degli uomini, molto meno "regolari" nel sottoporsi a visite mediche; il 65 per cento delle italiane, inoltre, si sottopone a screening o controlli per i tumori contro il 45 per cento degli uomini. Le donne, come già noto, sono anche assai più assidue nel prendersi cura della salute della propria sfera più intima: il 72 per cento delle italiane va dal ginecologo almeno una volta ogni due anni, mentre sei italiani su dieci non si sono mai fatti visitare da un andrologo (solo gli svedesi ci superano in reticenza, mentre sono tedeschi gli uomini che più spesso si rivolgono allo specialista della salute maschile). Peraltro confrontando i dati italiani con quelli europei si scopre che le connazionali sono più attente delle inglesi, delle svedesi e delle spagnole ai problemi intimi, perché più spesso delle altre si recano dal medico e non tacciono i loro problemi ginecologici.

DONNE - Sono tuttora le donne, nel nostro Paese, a occuparsi della salute dei familiari: sono loro a pensare alle esigenze quotidiane di salute e ad informare sulla prevenzione, ad accompagnare i familiari a fare le analisi, a comprare i medicinali o a preparare la valigetta dei farmaci da portare in viaggio. Una su due ha in agenda tutte queste incombenze mediche, mentre per gli uomini ciò è vero in appena un caso su dieci: le donne sono insomma veri angeli custodi, ma dovrebbero pensare un po' di più alla propria salute e a comportamenti di prevenzione adeguati. Il 51 per cento di loro infatti non fa alcuna attività fisica regolare contro il 42 per cento dei sedentari di sesso maschile, per di più una percentuale più elevata di donne ammette di non riuscire a smettere di fumare o bere alcol. E se è vero che negli ultimi sei mesi è aumentata la tendenza di tutta la popolazione a fare attenzione alla propria salute (dalla dieta al movimento, dai controlli alle informazioni sulla prevenzione, è in costante crescita la quota di connazionali che opta per comportamenti vantaggiosi per il benessere), è altrettanto vero che soprattutto le donne sentono il peso dei costi che la salute comporta: in Italia più che altrove le donne fanno controlli e analisi solo quando li ritengono necessari considerandoli troppo cari e solo un'italiana su tre, del resto, è soddisfatta della propria situazione economica. In compenso continuiamo a fidarci soprattutto del medico: le italiane sono all'ultimo posto per la ricerca di informazioni di salute sul web (solo il 25 per cento lo fa contro l'83 per cento degli svedesi) e per il ricorso ai farmaci senza aver prima chiesto un parere al medico di famiglia (solo il 36 per cento opta per il fai da te, mentre il Germania è prassi in tre casi su quattro).

DIVERSI MA NON TROPPO - «Indipendentemente dal genere gli italiani sembrano tendere un po' all'ipocondria - aggiunge Renato Mannheimer, presidente ISPO -. Potremmo parlare quasi di un "paradosso dell'ipocondriaco" o comunque di atteggiamenti apparentemente incoerenti: quando infatti avverte un disturbo, un intervistato su quattro crede subito di avere una malattia grave. Dal medico, però, gli italiani dicono di andare solo quando stanno davvero molto male e quasi 8 su 10 si dichiarano stoici: sopportano senza modificare più di tanto le proprie attività quotidiane». Simile anche l'atteggiamento di fronte alle malattie della sfera sessuale, tuttora tabù: nonostante le donne abbiano più dimestichezza con gli specialisti e con l'argomento, uomini e donne in quattro casi su dieci preferiscono risolvere un problema sessuale da soli o al massimo parlando col partner, meno del 30 per cento va dal medico senza esitare. Simile anche la fiducia riposta nei medici indipendentemente dal loro sesso: due italiani su tre si fidano allo stesso modo di un dottore o una dottoressa.

Elena Meli


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)