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Infertilità maschile: alcol e fumo fattori di rischio primari

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Infertilità maschile, l’Accademia della Fertilità incontra i giornalisti
Le difficoltà riproduttive degli uomini sono una malattia sociale sempre più comune che può essere prevenuta, fin dall'adolescenza, riservando all'andrologo il ruolo che il ginecologo riveste per le donne


Sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della salute riproduttiva e sui fattori di rischio dell’infertilità maschile, per il tramite dei professionisti della comunicazione, è stato l’obiettivo dell’incontro organizzato dall’Accademia della Fertilità, all’Umberto I.


Il team guidato dal prof. Andrea Lenzi ha dedicato un’intera giornata alla formazione dei giornalisti scientifici sul tema delle difficoltà riproduttive maschili, una condizione comune per la quale però si fa pochissima prevenzione, complice una mentalità diffusa secondo cui gli uomini hanno meno bisogno delle donne di rivolgersi al loro specialista per antonomasia.


«Questa giornata è dedicata alla fase conclusiva del progetto accademico della fertilità» - ha commentato il prof. Lenzi a margine dell’incontro. «Finora abbiamo fatto corsi per operatori sanitari, medici, ostetriche e infermieri. Abbiamo dato queste informazioni divise per categoria a medici di medicina generale, specialisti, ginecologi, endocrinologi, medici dello sport, operatori dell’attività sportiva, medici militari e medici del territorio. Abbiamo fatto informazione anche agli studenti, quindi ai pazienti su cui fare prevenzione. Adesso stiamo facendo informazione agli operatori stessi dell’informazione, per dare loro informazioni solide su sui scrivere su basi scientifiche ma in maniera divulgativa, come loro sanno fare».


Ampio spazio è stato riservato anche al tema della crioconservazione dei gameti maschili e alle attività della Banca del Seme, già attiva all’Umberto I da circa due decenni.


«Oggi in particolare - spiega la prof.ssa Loredana Gandini  - abbiamo posto l’attenzione sulla possibilità di preservare la fertilità prima di iniziare terapie chimiche o radianti che sono assolutamente sterilizzanti.


Nel policlinico esiste da molti anni una struttura sanitaria dedicata a questo. Si tratta della Banca del Seme più grande d’Italia che assiste migliaia di pazienti, prevalentemente neoplastici ma anche pazienti che devono andare incontro a interventi chirurgici che sono certamente sterilizzanti. Vediamo ogni giorno molte patologie, quella più presente è il tumore testicolare che come sappiamo può essere la patologia neoplastica più diffusa nei giovani maschi di età compresa fra i 15 e i 40 anni».


Ma qual è la situazione oggi e quali sono i fattori di rischio per l’infertilità maschile?


La risposta viene dal progetto “Amico Andrologo” dell'Accademia della Fertilità, nata dalla collaborazione tra l'Università “Sapienza” e il Ministero della Salute.


I ricercatori hanno analizzato un campione di 10mila ragazzi, di età compresa tra 18 ei 22 anni in otto regioni italiane, tutti all'ultimo anno di scuola superiore, somministrando  un questionario sugli stili di vita.


Ne è emersa un’immagine poco lusinghiera, costituita  da ragazzi poco attenti e superficialmente informati sui temi dell’infertilità e della loro salute sessuale.

Il 60,3% del campione ha dichiarato di aver già avuto rapporti sessuali, in media a 16 anni e mezzo, una percentuale in aumento del 3% rispetto a quanto emerso in un’indagine analoga del 2010. Il 48,3% ha confessato di non proteggersi e il 59% non usa o non fa usare alla partner  nessun metodo anticoncezionale.


Dal punto di vista dei comportamenti a rischio infertilità, il dato preoccupante riguarda il fumo (38% di fumatori abituali), il consumo di alcol (80% lo usa, il 30% ne abusa) e le droghe, che ha provato più di metà del campione almeno una volta e che il 30% consuma invece, abitualmente.


L'abuso di queste sostanze, insieme a fattori come l'esposizione ai pesticidi e altri inquinanti, è fra le cause di problemi ai genitali che a lungo termine possono causare l’infertilità.


A soffrire però già nel breve termine è ben un terzo del campione.


La patologia più diffusa riscontrata negli studenti è il varicocele (27%) mentre il 14% dei ragazzi presenta il volume di entrambi i testicoli al di sotto della norma.  Il 5% degli studenti soffre invece di vere e proprie infezioni o lesioni della cute.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.policliniconews.it/schede.cfm?id=773


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)