Informare sull’alcol e i danni alcol-correlati: una guida dell’OMS per i giornalisti
Informare sull’alcol e i danni alcol-correlati: una guida dell’OMS per i giornalisti
È disponibile on line, dallo scorso 15 aprile 2023, la guida dell’OMS dal titolo “Reporting about alcohol: a guide for journalists”, che mira a supportare i giornalisti su come comunicare efficacemente le conoscenze sull’alcol e il danno alcol-correlato ai cittadini, le famiglie e la società.
Nessuna quantità di consumo di alcol è sicura per la salute. Tuttavia, è ancora scarsa la consapevolezza nel mondo dell'impatto negativo del consumo di alcol sulla salute e la sicurezza.
I media, possono aiutare le persone a comprendere l’impatto inaccettabilmente elevato che l'alcol ha sulla salute e sulla società, nonché le cause alla radice del problema e come può essere prevenuto.
Questa guida fornisce ai giornalisti alcune strategie di comunicazione per meglio indirizzare alla popolazione informazioni e messaggi corretti sul consumo di alcol e sui danni alcol-correlati, e su eventuali soluzioni, di comprovata efficacia, a questo problema.
Il documento è stato sviluppato analizzando come l’argomento alcol è affrontato dai media nel mondo e su come ciò può influenzare le attitudini e le convinzioni sul consumo di alcol.
Per l’elaborazione della guida le principali attività sono state le seguenti:
- valutare la segnalazione e l'inquadramento dell'alcol nei recenti strumenti di advocacy sviluppati dalle organizzazioni della società civile
- esaminare la copertura dell’argomento nei principali media in lingua inglese
- studiare i dati disponibili sul consumo di alcol a livello nazionale e globale
- rivedere le crescenti ricerche basate sull’evidenza sui fattori determinanti che guidano il consumo di alcol e su come influiscono sulle persone e sulle loro comunità
- intervistare le parti interessate della società civile e del mondo accademico sui modi in cui viene rappresentato l'alcol.
Questo approccio ha permesso di identificare le evidenze e le tecniche che sono state presentate in questa guida in supporto ai giornalisti per rafforzare i loro reportage sul consumo di alcol, sui danni correlati all'alcol e sulle risposte politiche al problema.
Domande frequenti sull'alcol
La guida fornisce approfondimenti chiave per i giornalisti su nove domande frequenti sull’alcol:
C’è un consumo di alcol “salutare”?
Dalla revisione sistematica della letteratura, non risulta alcuna evidenza sul consumo salutare di alcol. Non ci sono effetti protettivi del consumo di alcol sulla salute, neanche a piccole dosi.
Che dire rispetto al riferito consumo di un bicchiere di vino rosso al giorno che fa bene al cuore?
Messaggio ampiamente pubblicizzato come protezione da patologie cardiovascolari, non è corretto e, come largamente sottolineato e diffuso dalla federazione mondiale dei cardiologi e dalla società europea di categoria, è privo di evidenza scientifica e responsabile di distoglierel’attenzione dai danni alcol-correlati.
Perché le linee guida di consumo di alcol nazionali sono diverse dai livelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità?
Molti Paesi hanno adottato linee guida a basso rischio, raccomandando di solito non più di 10 bevande alcoliche standard a settimana. L'OMS non pone limiti particolari perché le prove dimostrano che la situazione ideale per la salute è non consumare affatto alcol. Qualsiasi consumo di alcol è associato a un rischio, come il rischio di dipendenza da alcol, cancro al seno (una relazione lineare nelle donne) o incidenti, prima causa di morte tra i giovani in tutto il mondo. Sebbene l'adesione alle linee guida nazionali sull'alcol possa mantenere bassi i livelli di rischio individuale rendendo possibile accompagnare i consumatori in una dimensione di più basso rischio, dal punto di vista della salute pubblica e a livello di popolazione il rischio si registra a ogni livello, pur moderato, di consumo. Questo dato supporta l’indicazione di prevenzione universale che non esistono livelli o quantità di consumo che non comportano rischi.
Se consumare alcol fa così male, perché tutti lo consumano?
Più della metà della popolazione adulta nel mondo non consuma alcol, anche se ciò non viene quasi mai riferito, mentre è più facilmente alimentato l’erroneo concetto che consumare alcol sia inevitabile nella vita. L’alcol è una sostanza psicoattiva, la sua assunzione provoca un piacere che può essere parte rilevante di un possibile problema in presenza di una scarsa capacità di controllo di una parte del cervello che si sviluppa tra i 12 e i 25 anni, la corteccia pre-frontale. Quest’area cerebrale, infatti, giunge a maturazione solo intorno ai 25 anni svolgendo le azioni di logica, valutazione del rischio e controllo superiore proprie della capacità cognitiva razionale dell’individuo sapiens maturo.
Il consumo di alcol è positivo per l’economia?
Poiché il consumo di alcol può sostenere l’occupazione e generare entrate fiscali, alcuni ritengono che influisca positivamente sullo sviluppo economico. Tuttavia, i danni causati dall'alcol riducono la produttività dei lavoratori e aumentano i costi dell'assistenza sanitaria, della giustizia penale e dei servizi sociali. L'effetto netto è un prodotto interno lordo (PIL) inferiore. L'ultima analisi economica condotta dall’OMS ha stimato che ogni dollaro USA in più investito per persona all'anno in interventi sull'alcol basati su un verificato rapporto costo-efficacia produrrà un ritorno economico stimato di 9,13 dollari USA entro il 2030. La riduzione dei danni causati dall'alcol contribuisce direttamente e indirettamente allo sviluppo economico, con la creazione di domanda e posti di lavoro in altri settori. La produzione e l'occupazione fornite dal consumo di alcol possono essere sostituite in altrisettori economici, mentre la riduzione del consumo di alcol contribuirà a raggiungere una serie di obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), compresi quelli per porre fine alla povertà, per un’istruzione di qualità, per la parità di genere, per la crescita economica e per ridurre le disuguaglianze tra e all'interno dei Paesi.
L'uso di alcol aiuta le persone ad alleviare lo stress?
Piuttosto che alleviare lo stress, abbassa la percezione del rischio che può essere alla base dell’ansia di fondo nella vita quotidiana o in certe circostanze; bere alcolici può causare danni psicologici e fisiologici e può aggravare gli effetti dello stress.
L'alcol non è sicuro se si beve “responsabilmente”?
In tutta la popolazione, qualsiasi livello di consumo di alcol, indipendentemente dalla quantità, è associato a un maggior rischio di perdita di vita sana. Il concetto del "bere responsabile", promosso dall’industria dell’alcol, i produttori e i venditori di alcol, non veicola mai il messaggio di smettere di consumare alcol né suggerisce l'opzione di non consumarlo affatto. In definitiva, non è un messaggio generalizzabile e sicuramente non idoneo nella fase di sviluppo evolutivo dei minori, degli adolescenti e dei giovani sino ai 25 anni per le citate modificazioni della capacità cognitiva, emotiva e razionale. Promuovere il “bere responsabile” esita nel dare l'impressione errata che l'industria dell'alcol sia parte della soluzione ai danni causati dall'alcol piuttosto che una causa del problema.
Inoltre, il tono moralistico implicito nei messaggi di "bere responsabile", spesso espresso nella pratica corrente da un imperativo categorico “bevi” accompagnato da un generico e indefinibile “responsabilmente”, ignora i rischi insiti nel consumo di alcol, facendo credere erroneamente che i danni riguardino una minoranza di singoli consumatori di alcol che non possono controllarne l'assunzione. Ciò può anche perpetuare atteggiamenti stigmatizzanti, incolpando erroneamente i singoli consumatori di alcol come causa di tutti i problemi di salute o sociali legati all'alcol, creando un senso di vergogna che impedisce a loro e ai familiari di cercare aiuto quando ne hanno bisogno.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://www.epicentro.iss.it/alcol/guida-oms-comunicazione-giornalisti-2023
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)