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Inghilterra: alcol, i baby boomer sono peggio dei figli

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Alcol: i baby boomer sono peggio dei figli


Lo sostiene uno studio inglese: gli «ex ragazzi» dai cinquanta ai settanta anni consumano più alcolici dei loro rampolli


MILANO - Di solito sono i giovani che eccedono, o quantomeno sarebbe più sensato così, trasportati dall'entusiasmo, dall'inquietudine e dalla giustificata inesperienza. Ma a volte accade che i genitori spodestino i figli e sottraggano il primato della trasgressione ai ragazzi, molto più responsabili dei grandi e molto meno inclini a esagerare. È quanto sta succedendo in Inghilterra, dove le cifre suggeriscono l'esistenza di un problema serio di alcol soprattutto tra i cosiddetti baby boomer, ovvero tra le persone di mezza età (senza per questo sottovalutare le proporzioni del fenomeno tra i giovani).


ADDIO BUON ESEMPIO -
Eric Appleby, presidente dell'associazione di sostegno Alcohol Concern, punta il dito contro il bevitore di mezza età, e spesso di classe media, che secondo le statistiche è la tipologia più a rischio di eccesso di consumo alcolico in Inghilterra. Con tutte le conseguenze che questo fenomeno può portare. Padri di famiglia, o in taluni casi addirittura giovani nonni, che, anziché dare il famoso buon esempio ai giovani, dimostrano platealmente il proprio amore per l'alcol, arrivando a costare in cure e terapie alle tasche dello stato una cifra annuale da capogiro e circa dieci volte superiore rispetto alla cifra che costano i giovanissimi per gli stessi motivi.


IN ITALIA - In realtà il problema rimane serio anche tra i ragazzi, come dimostrano persino le cifre italiane, che parlano del 16,6 per cento di giovanissimi che supera i sei bicchieri a volta (fenomeno del binge drinking). E anche nel nostro Paese gli ultimi dati Istat denunciavano un abuso alcolico tra i consumatori di mezza età, enfatizzando le proporzioni del fenomeno nella popolazione femminile.


GENERAZIONE DEL BOOM - Durante il periodo del boom demografico post-bellico i nuovi nati andarono a formare una generazione che nella storia ha fatto molto notizia. È la generazione dei baby boomer, quelli nati tra il 1945 e il 1964 (anche se la Bbc nel dare la notizia sposta un po' più avanti questa generazione, parlando di persone tra i 55 e i 74 anni): quelli chiamati anche "generazione sandwich", quelli che hanno vissuto la rivoluzione sessuale e il movimento hippie, quelli che volevano cambiare il mondo, quelli che hanno combattuto per i diritti civili. Quelli che ora, in tanti, troppi casi, si consolano davanti alla bottiglia, forse delusi nei propri sogni grandiosi.


I COSTI DA CAPOGIRO - Due miliardi di sterline spesi complessivamente per regalare sostegno ai boomer e per curare (direttamente o indirettamente) un esercito di ben 454.317 persone di mezza età che ha un problema vistoso con la bottiglia (a fronte dei 54.682 ragazzi dai 16 ai 24 anni che hanno la stessa dipendenza): questo è il bilancio di Alcohol Concern, che propone anche un'interessante mappa per focalizzare, per ogni zona della Gran Bretagna, quante persone bevono troppo e quanto costa il loro vizio.


SPIEGAZIONI - Da una parte va sottolineato come in questo segmento anagrafico la necessità di cure aumenti: un cinquantenne che da tempo esagera con i bicchieri di vino avrà naturalmente uno stato di salute più compromesso rispetto a un giovane che da poco tempo consuma alcolici e che gode ancora di un fisico più temprato e allenato. Ma vedere che i genitori sono meno responsabili dei figli stona. «I baby boomer amano ubriacarsi»: così è intitolato uno dei tanti articoli della stampa estera che parla del report di Alcohol Concern. A questo punto è da capire il perché.
Emanuela Di Pasqua


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)