338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Inghilterra: giovani ed ecstasy, preoccupa l�alto tasso di mortalità

giovani droga tossicodipendenza alcolismo giovani

Neuropsychobiology

Un'analisi condotta nel Regno Unito sulle circostanze cliniche e sociodemografiche riguardanti i decessi droga-correlati, specificatamente relativi all'uso di sostanze stimolanti del tipo amfetaminico, hanno evidenziato la particolare vulnerabilità fisica dei giovani nei confronti dell'ecstasy.
Lo studio è stato condotto dal Professor Fabrizio Schifano della Scuola di Farmacia presso la University of Hertfordshire (UK) e collaboratori, prendendo in esame dati relativi all'assunzione di sostanze stimolanti, raccolti dal programma nazionale sui decessi droga-correlati (National Programme on Substance Abuse Deaths, np-SAD) e da un'indagine sul crimine britannico (British Crime Survey) per l'intervallo di tempo compreso tra il 2001 e il 2007.
I dati hanno permesso di identificare 832 casi di decessi correlati all'uso di amfetamine e metilamfetamine e 605 decessi correlati all'uso di ecstasy. Queste sostanze sono tutte appartenenti alla classe generica delle amfetamine, ma le differenze clinico-farmacologiche riscontrate per l'ecstasy (MDMA ed anche il suo analogo MDA) rendono questa sostanza potenzialmente più tossica rispetto all'amfetamina e alla metilamfetamina. Lo studio pubblicato sulla rivista Neuropsychobiology in particolare, rileva come nel caso dei decessi correlati al solo uso di ecstasy, ci fosse una maggiore incidenza per la fascia di età compresa tra i 16 e i 24 anni, decisamente più bassa rispetto alle morti correlate all'uso di amfetamine. Inoltre i giovani utilizzatori di ecstasy risultavano in buona salute e non erano noti come abituali utilizzatori di droghe, a differenza degli utilizzatori di amfetamine, per cui si riscontrava spesso co-morbilità con altre patologie. Questo costituisce un ulteriore campanello d'allarme sulla pericolosità dell'ecstasy, la cui diffusione tra i ragazzi è piuttosto elevata e che sembra, alla luce di questi dati, particolarmente dannosa sul cervello dei giovani ancora in via di sviluppo, portando a rischi per la salute talvolta irreparabili.