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Institut National de la Consommation: alcol ed agenti potenzialmente cancerogeni presenti nelle bevande a base di cola

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Coca-Cola alcolica? Non solo...

Alcol ed agenti potenzialmente cancerogeni presenti nelle bevande a base di Cola. La nuova notizia arriva dalla Francia e punta il dito contro i colossi delle bibite con le bollicine.
Di volta in volta veniamo investiti dalle notizie riguardo le ricerche più bizzarre condotte dai ricercatori di mezzo mondo. Questa volta la notizia fa tremare i colossi produttori di Coca Cola, o meglio bevande a base di Cola (eh si perchè "Coca Cola" è il nome della più famosa, l'originale, ma tant'è.)

Ebbene, più della metà delle cola presenti sul mercato conterrebbero tracce di alcool. Lo rivela uno studio dell’Institut National de la Consommation pubblicato sulla rivista 60 millions de consommateurs. Le dosi rivenute, a dire il vero, sono minime. Fino a 10 mg/l (0,001% di alcool). Per cui, almeno in Francia non ci saranno ripercussioni legali, visto che secondo la legge d’oltralpe le bevande con dicitura “senza alcool” ne possono in realtà contenere fino all’1,2%.
Certo, come sempre quando si parla di percentuali, tutto è relativo: se ci abituiamo a bere litri di Coca Cola i valori di alcol assunti dal nostro corpo non sono più così minimi: e verrebbe da pensare alla famosa leggenda che vuole che la Coca Cola crei dipendenza!

Ma torniamo allo studio che ha scatenato la bufera: su 19 diversi tipi di Cola testati 10 sono stati quelli “beccati” dall’alcol test: in testa proprio l'originale, la Coca-Cola, sia in versione classica che Light e Zero; Pepsi in versione classica e Max; Leclerc classica e Stevia; Dria, Breizh Cola e Soda Strema (in questo caso si arriva addirittura a 272 mg/l). A salvarsi, le cola della grande distribuzione come Carrefour ed Auchan.
Ovviamente molti dubbi sono sorti sulle possibili reazioni di confessioni religiose che, vietando l’alcool, avevano fino ad ora visto di buon grado il consumo di tali bevande. Non è infatti mancata l’istantanea precisazione sul sito di Coca-Cola UK che specifica come l’alcol possa trovarsi in minime tracce in alimenti e bevande naturalmente, senza costituire un ingrediente aggiunto; e che tali tracce non bastano a definire tale pasto o bevanda come “alcolico”.

Ma la ricerca non si è fermata ad evidenziare il contenuto alcolico delle bevande. le analisi hanno infatti evidenziato anche la presenza di alcuni aromi considerati allergeni; ma soprattutto, a farla da padrone è il colorante E150d, da qualche mese dichiarato dallo Stato della California come un ingrediente pericoloso per la salute (addirittura potenzialmente cancerogeno!). In America i colossi si sono adattati modificando la ricetta ma il colorante è ancora presente nelle confezioni di Coca Cola venduta in Europa.

Alcol a parte dunque, su cui si può obiettare sulle quantità minime, pare che molte bevande -e la Coca cola non è che un esempio- siano zeppe di coloranti e sostanze che spesso non conosciamo, o di cui non conosciamo gli effetti: anche qui, viene spontaneo pensare alla "ricetta segreta" della Coca Cola ed al fatto che una volta iniziata a bere non ce ne stacchiamo più, come in una sorta di dipendenza.
Che dire: nel dubbio preferiamo un buon succo di frutta 100%, o una bella spremuta d'arancia -meglio ancora se preparata in casa!


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)